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Piode-Pila-Rassa | 09 novembre 2014, 10:58

Rassa: no di "Italia nostra" alla centrale

Rassa: no di "Italia nostra" alla centrale

Il progetto della centrale idroelettrica alla confluenza dei torrenti Sorba e Gronda, a Rassa è stato bocciato da "Italia nostra" dopo un sopralluogo per verificarne le carratteristiche. La motivazione nasce dalla preoccupazione che l'impianto impoverirebbe il torrente nell'area tra il punto di presa e quello di rilascio. "Non sembra sufficiente che i progetto sia motivato da un finanziamento disponibile e nella prospettiva di un importante introito per il comune - commentano i responsabili di “Italia nostra” -. Oltretutto la tubazione attraverserebbe in parte un'area boschiva, dove potrebbe essere realizzata una nuova strada. Concludendo, la nostra associazione da parere negativo a all'impianto visto che potrebbe mettere a  “rischio” la conservazione del territorio».

Italia Nostra, Decreto Dignità e Nuovi Casinò

Italia Nostra ha assunto, nel corso degli anni, diverse iniziative a difesa e salvaguardia del territorio. Non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale. Ne sono un esempio le prese di posizione contro la costruzione del nuovo casino di Venezia e la riapertura della sala di gioco di San Pellegrino. Due progetti che  pure, secondo gli studi condotti dagli enti regionali e comunali coinvolti, avrebbero favorito il rilancio economico dei rispettivi territori.

Certo è che la questione gioco d’azzardo è diventata, negli ultimi mesi, sempre più incandescente. Alla luce del recente Decreto Dignità e delle relative norme anti gioco, la posizione di Italia Nostra in merito alla costruzione di nuovi casino terrestri e online (come quelli recensiti su https://nuovicasinoitalia.it/) appare meno intransigente. E se la preoccupazione di governo ed enti territoriali nei confronti delle patologie da gioco è legittima, non si può ignorare l’impatto economico del fenomeno del gioco; parliamo, infatti, di un settore del tutto legale e sottoposto a normative stringenti, che porta circa 10 miliardi di euro annuali nelle casse dello Stato.

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