EVENTI - 03 ottobre 2024, 17:23

Varallo: Inaugurata la Mostra collettiva di Arti Figurative

Fino al 6 ottobre 2024 nelle sale di Palazzo D’Adda (orario: da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle 18.30; martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30) sarà possibile visitare la Mostra collettiva: “Valsesia in mostra”, organizzata da Gaetano Scognamiglio, Presidente dell’Associazione Culturale FAV, Focus Art Valsesia, che accoglie trentasette artisti, molti dei quali “appartengono” al territorio e hanno già esposto in personali e collettive, altri invece che si propongono per la prima volta in Valsesia e hanno scelto Varallo e questa proposta espositiva non competitiva. La locandina di presentazione dell’evento che raffigura un vaso di vetro che contiene tanti pennelli, tutti diversi, piatti, rotondi, fini, spessi, sporchi di colori, esprime proprio il senso dell’accostare artisti eterogenei e provenienti da luoghi diversi, invitandoli a lavorare su un tema comune: la Valsesia, approfondendone l’aspetto a ciascuno più peculiare.

Poiché non è possibile in un articolo di giornale dedicare spazio ad ognuno di coloro che hanno accolto l’invito, li citiamo rigorosamente in ordine alfabetico, distinguendoli nelle due sezioni in cui si articola la mostra: pittura e fotografia. Gli uni utilizzano: matite, pastelli, pennelli, pirografo, aerografo, gli altri: “scrivono con la luce”, secondo l’etimologia greca del termine, ma entrambi regalano squarci di autentica poesia.

I pittori, ospitati al piano terra dello storico palazzo affacciato sul Mastallone, occupano l’ingresso, la sala del camino, la galleria e gli ex magazzini del sale: Daniela Bigotta; Antonio Carlone; Elisa Cassè, Gianni Cerutti, Giulia Clementoni, Ennio Cobelli, Angelo Colombo; Maide Cossutta, Elena Dao, Carla Dorz, Teresio Fornara, Cristina Fusetti, Patrizia Galassi, Giovanni Giacobini, Chiara Giulini Neri, Giannina Gobatto, Aldo Marchini; Romeo Marchini; Marilena Mariani, Roberto Minera, Leonardo Pagani, Nello Palladino, Michela Pedriali, Miriam Pivari, Serena Rapanotti, Pietro Antonio Renolfi, Sara Salvoldi, Gaetano Scognamiglio, Maria Simiele, Gabriele Targa, Luisa Ticozzi, Fiorenza Tiramani, Gabriella Vandone.

Al piano superiore, inerpicandosi lungo la scaletta a chiocciola che porta al soppalco, si possono ammirare i fotografi: Gianluigi Avondo, Mario Balossini, Lorenzo e Sergio Lombardi e Melina Merlino.

Elisabetta Codemo e il marito Corrado Mo, che indossavano abiti di fine Ottocento, riprodotti da Gaetano Scognamiglio in una delle sue opere raffigurante l’arrivo del treno storico, e la giovane Camilla Stragiotti, che indossava il costume di Sabbia, anche lei ritratta da Scognamiglio, così come Luisella Giacobino, purtroppo assente per malesseri stagionali, hanno incuriosito i visitatori, attratti sia dalla ricchezza del costume valsesiano, che dagli abiti d’epoca.

Gli elementi che uniscono questo gruppo eterogeneo di artisti sono la ricerca e la sperimentazione al servizio di uno sguardo che coglie aspetti molto diversi della Valsesia, rendendoli attraverso tecniche che spaziano dall’olio su tela a quello su cartone, dall’acquerello agli acrilici, ma anche pirografo e aerografo. E’ stata molto apprezzata la partecipazione di un gruppo di artisti novaresi, che fanno capo alla “Maestra” Patrizia Galassi, che ha trasmesso amore per l’arte, incoraggiando gli allievi a cimentarsi nelle varie tecniche, presentando i loro lavori. Una collettiva permette di cogliere tendenze, inquadrature, tagli prospettici che riflettono la capacità degli artisti di guardare la realtà in modo creativo, sovvertendo la banalità del quotidiano che a volte fa dimenticare la bellezza di Varallo e della valle.

All’inaugurazione, alla quale ha partecipato un pubblico numeroso ed attento, il Sindaco di Varallo, Pietro Bondetti, l’Assessore alla Cultura dell’Unione dei Comuni Montani della Valsesia, Professor Attilio Ferla, il Consigliere comunale Gaetano Amodio, hanno dato il benvenuto della città agli artisti. Gaetano Scognamiglio, infaticabile organizzatore e pittore lui stesso, ha disposto le opere in modo molto gradevole, ma soprattutto accostandole come fossero i capitoli di un unico romanzo, mentre la “cronaca”, affidata ai fotografi, offre immagini eleganti, realizzate utilizzando l’intramontabile bianco e nero, la rielaborazione pittorica e il colore.

Piera Mazzone