EVENTI - 17 ottobre 2024, 11:40

"Torbide Acque della Malora": un'immersione nel Settecento a Varallo FOTO

La rievocazione storica teatralizzata ha accolto circa mille partecipanti.

"Torbide Acque della Malora": un'immersione nel Settecento a Varallo.

Un migliaio partecipanti hanno partecipato al Tour nella storia della Varallo del Settecento, tra risse, mulini e concerie, ospitati a Palazzo D’Adda dal Marchese e dalla consorte, testimoni delle chiacchiere delle lavandaie, della colorita protesta delle donne che, leggendo la nuova Grida del marchese, si sentivano defraudate dell’uso di un bene indispensabile per la sopravvivenza come l’acqua, in una città in cui la povertà era molto diffusa, la vita quotidiana era dura e spesso le condizioni di lavoro rasentavano lo sfruttamento.

Lungo le rive del Mastallone erano nate molte attività: mulini, filatoi, concerie, segherie, che per avere l’energia sfruttavano l’acqua dei due canali, la Roggia Bersana e la Roggia Mulinera: “Linfa vitale per ogni attività produttiva”. L’oratorio della Madonna dei Bori, prendeva nome delle vasche in cui veniva lasciata macerare la canapa, le lavandaie disponevano i loro assi lungo i corsi d’acqua, in apposite vasche si allevavano le trote. Il Piazzarolo era il cuore produttivo della Varallo proto-industriale. Ad accompagnare i visitatori: Giuseppe Gilardone, Maria Galizia, la nipote Teresa Galizia, Maria Chiara Sorini, moglie del proprietario della conceria alla Scarpiola, Pietro Chiara Sorini, che nel suo laboratorio cercava di mettere a tacere le proteste degli operai, che reclamavano di essere pagati: “Queste torbide acque della malora sono piene di miserabili”. Francesca Casarotto, cameriera del marchese Paolo Camillo D’Adda, accompagnava nel palazzo dove il nobile, con la consorte Francesca, si lamentava delle pretese della “plebaglia”. L’invito rivolto al cameriere Ermenegildo affinché offrisse agli ospiti una cioccolata, prelibatezza in voga nel Settecento, veniva disatteso perché il pover’uomo era solito ubriacarsi e tra i fumi dell’alcool denunciava le condizioni di sfruttamento della servitù. Una delle tappe era il cortile di Casa Morgiazzi, diventata famosa per una rivolta dei ceti più deboli contro l’eccessiva tassazione, dove sedevano dame non troppo morigerate e serve ciarliere. All’esterno di Palazzo D’Adda si assisteva ad un duello per motivi passionali, mentre l’oste dell’Osteria del Falcone cercava di procacciarsi i clienti vantando le doti della sua osteria, contrapponendola all’Osteria del Sole d’oro, assai poco raccomandabile. Il viaggio si concludeva scendendo alla Bersana, con le torbide acque della malora testimoni di forti conflitti sociali tra la classe operaia e l’emergente borghesia imprenditoriale, rappresentata dal Pansiotti, titolare del lanificio. I visitatori hanno avuto l’occasione di apprezzare i caratteri dell’architettura varallese del Settecento descritti dal Professor Casimiro Debiaggi in un suo studio pubblicato nel 1959: “Gli schemi tradizionali restano validi ancora nel secolo XVIII per l’architettura civile, in cui permangono quasi invariati i caratteristici porticati, le sovrastanti logge e sovente le altane, ad ornare col loro elegante ritmo di archetti le case valsesiane… Nei centri maggiori: Varallo, Borgosesia e Valduggia, le case signorili, che ambiscono quasi il titolo di palazzo, sono decorati con ricchi ornati in stucco dai disegni fastosi….oppure più semplicemente hanno la facciata ricoperta di affreschi ornamentali…nello stesso tempo sagomati balconcini dalle ringhiere in ferro battuto ed elegantemente forgiati ed i battenti delle porte scolpiti ed intagliati completano nobilmente l’eleganza degli edifici”.

Domenica 13 ottobre la città di Varallo si è dunque trasformata in un palcoscenico per rappresentare: Torbide “Acque della malora”: rievocazione storica teatralizzata, curata dall’Istituto Alberghiero “G. Pastore” di Varallo, con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Biblioteca Civica “Farinone-Centa”, rappresentata da sessanta teatranti in costume: studenti e insegnanti dell’Istituto Alberghiero di Varallo, varallesi e genti da tutta la Valsesia, insieme per vivere e far vivere la storia teatralizzata del Settecento varallese. Un flusso ininterrotto di persone andava ad ingrossare i gruppi costituiti fin dal primo mattino, con persone provenienti da Varallo, dalla Valsesia, ma anche da molto più lontano: Torino, Milano, la Svizzera, e, che soprattutto, non erano arrivate per caso, ma per una precisa scelta: dato significativo che indica come questo evento sia diventato un appuntamento atteso. Lungo il percorso si univano continuamente nuove persone. E’ stato un grande incontro tra la Scuola e la Città, portando gli studenti sul territorio, attori di una “giornata particolare”, alle soglie della Rivoluzione che avrebbe travolto molti equilibri e cambiato anche quel piccolo mondo.

Tamara Delconte, docente dell’Istituto Alberghiero che si occupa di accoglienza, sottolinea come questo Progetto sia nato per assolvere a tre fondamentali necessità didattiche: “Far conoscere ai ragazzi il loro territorio, far capire come si organizzino determinati eventi, migliorare l’aspetto comunicativo con il turista o il visitatore, imparando a relazionarsi con il pubblico. Le classi del settore Accoglienza: terza, quarta e quinta, hanno aderito con entusiasmo, trasformandosi in attori, comparse, guide e addetti al ricevimento, vivendo attivamente il progetto. Gli studenti di cucina hanno preparato delle deliziose crostatine monoporzione che sono andate presto esaurite”.

Gli organizzatori ringraziano il pubblico per la fiducia e soprattutto per l’entusiasmo trasmesso, che ha incoraggiato e rassicurato anche i più timidi, tutte le persone che pur non essendo direttamente coinvolte si sono rese disponibili, facendosi coinvolgere in modo assolutamente generoso e gratuito, i privati che hanno aperto palazzi, cortili e giardini ai visitatori, il regista Daniele Conserva, i colleghi dell’Istituto Alberghiero che si sono messi in gioco, l’Amministrazione Comunale per la grande disponibilità dimostrata, il Gruppo Storico Borgomanerese, il Comitato Carnevale e il Comitato Dughi, e il Comitato Quattro Rioni. Un grazie particolare va al gruppo Osti della Malora, allo chef Giorgio Anselmetti e al Gruppo Inclusione dell’Istituto Alberghiero di Varallo

C.S. Piera Mazzone, G. Ch.