L’antica Fonderia di campane Achille Mazzola ha concluso la ricca stagione di eventi con la mostra: “Meraviglie d’autunno al Museo”, collettiva d’arte dedicata alla magia dell’autunno, introdotta da Alessandro Barlassina, Presidente del Museo. Hanno partecipato un nutrito gruppo di pittori varallesi: Claudia Aurelia Barbaglia, Gianni Cerutti, Aldo Marchini, Leonardo Pagani, Gaetano Scognamiglio, Fiorenza Tiramani, due artiste vercellesi, Lorenza Festa Bianchet e Margherita Pomati, abituate alle opere di grandi dimensioni, che hanno accettato la sfida e realizzato interessanti nature morte, una sola artista valduggese, Barbara Marconi, che utilizza il legno come base delle sue opere dipingendo con i colori acrilici, ed un numeroso gruppo di artisti novaresi: Sonia Carli, Sabine Manz, Teresio Fornara, Carlo Mora, Patrizia Pollato, Gabriella Vandone, Valerio Virgili.Il tema “Autunno” è stato declinato in modi e con tecniche diversi: dall’olio all’acrilico, all’acquerello, alla tecnica mista, al pirografo, dando predominanza e centralità ai colori dell’autunno che rendono i paesaggi magici, talvolta lucidi di pioggia, o immersi nelle caratteristiche nebbioline, in altre situazioni espressi attraverso oggetti che evocano serate casalinghe, trascorse con amici, o in compagnia del: “Colore del silenzio”, come recita il suggestivo titolo di uno dei quadri esposti. L’allestimento, ideato dal Direttore Artistico, Cate D’Agostino, valorizzava le opere accostandole per affinità spirituale, identificando gli artisti e i titoli con segnalini ricavati da un disco realizzato con la sezione di un ramo di betulla. Dopo la presentazione della mostra, Alice Freschi, Vice Presidente dell’Associazione Sesia Val Grande Geopark onlus, nata nel 2011 per valorizzare i geositi del Supervulcano del Sesia, promuovendo la conoscenza geologica del Geoparco UNESCO Sesia Val Grande - che si estende su un’area territoriale molto vasta: dai quattromila metri del Monte Rosa alla pianura, in un arco di sessanta chilometri, dal Biellese alla Svizzera - ha sottolineato come: “Il supervulcano della Valsesia ci fa conoscere in tutto il mondo: i geologi vengono per vedere e studiare le nostre rocce”, ricordando che il volume: “Un fiocco di neve sottozero. Notizie dai ghiacciai”, è edito dall’Associazione e contiene testi di Silvana Mazza, Marco Giardino, Presidente dell’Associazione Sesia Val Grande Geopark onlus e del botanico e naturalista Mario Soster, che tratta l’ampio tema della flora nivale. Silvana Mazza, già Maestra Elementare, ha inventato la poetica storia del fiocco di neve, che si rivolge ai bambini rendendoli attenti alla problematica ambientale del progressivo scioglimento dei ghiacciai, che causa molti problemi, sia alla flora che alla fauna. Caterina D’Agostino è l’apprezzata illustratrice: “E’ la prima volta che mi trovo a raccontare un libro per immagini: mi è piaciuto, ho imparato molto dalle conferenze ascoltate e ho trovato l’idea per collegare le varie parti del racconto”.Questo è il quarto libro della Collana dedicata ai giovani lettori, intitolata: “Le falispe”, dal termine dialettale utilizzato per denominare le scintille che si levano dal camino acceso, metafora della vitalità e del barbaglio di luce, di conoscenza della realtà del territorio per i giovani. A Natale uscirà il quinto libretto, incentrato sul Monte Fenera, unico luogo del Piemonte in cui si sono trovati in situ resti dell’uomo di Neanderthal, risalenti a trecentomila anni fa.Con l’ausilio di immagini e filmati, Tito Princisvalle, che collabora con il Comitato Glaciologico Italiano ha illustrato: Il cambiamento climatico ed i ghiacciai valsesiani, temi trattati nel libro. Il cambiamento climatico è ormai acclarato: all’Osservatorio Angelo Mosso, costruito a metri 2900, bruciato nel 2000 e riaperto sei anni dopo, esiste un Centro Studi di fisiologia alpina, dove costantemente si raccolgono dati e li si studia in modo organico e comparativo. Il relatore, senza creare allarmismi, ma segnalando come esempio il fatto che il ghiacciaio di Bors il più occidentale della Valsesia, perda ogni anno qualche decina di metri, come testimoniavano le immagini proiettate, ha spiegato che: “L’aumento dell’anidride carbonica, prodotta dai combustibili fossili, crea l’effetto serra, quindi la causa principale della difficile situazione della Terra sono proprio le attività antropiche”, invitando a sentirsi responsabili nei confronti delle giovani generazioni, cercando di lasciare un pianeta almeno accettabile, combattendo l’inquinamento e il taglio indiscriminato delle foreste. Un nutrito dibattito ha fatto seguito alla conferenza, dimostrando l’interesse generale nei confronti del tema ambiente, centrale per costruire un futuro per l’uomo, le piante e gli animali.
Piera Mazzone