La serata organizzata martedì 19 novembre dal Lions Club Valsesia, è stata affidata ad un ospite illustre: Felice Addonizio, già Dirigente Generale della Polizia di Stato. Vincitore di concorso per Commissari fu destinato alla Questura di Cagliari dove svolse l’incarico di Funzionario addetto alla DIGOS – Sezione Antiterrorismo, dirigendo importanti indagini, sulla Colonna Sarda della Brigate Rosse, resesi protagoniste, tra l’altro, di conflitti a fuoco con operatori delle Forze dell’Ordine. Trasferito nel luglio 1980 alla Questura di Roma, fu assegnato alla DIGOS ove ebbe inizialmente la responsabilità della Sezione Antiterrorismo e poi, nel 1989, ne divenne il Vice Dirigente. Diresse indagini su gravissimi episodi criminosi avvenuti nella Capitale ad opera di militanti di Prima Linea, della Brigate Rosse e dei Nuclei Armati Rivoluzionari individuandone i responsabili e partecipando personalmente al loro arresto. Promosso Primo Dirigente della Polizia di Stato nel 1995, fu designato a coordinare l’attività del Nucleo Interforze costituito per coadiuvare il Giudice Istruttore Rosario Priore, nelle indagini sull’attentato al Papa Giovanni Paolo II e sull’incidente aereo del DC9 ITAVIA I-TIGI. Dal 1998 al 2004, diresse la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma, ove promosse ed eseguì Misure di Prevenzione Patrimoniale, per la prima volta, nei confronti del famoso clan “Casamonica” composto dalla famiglie mafiose Casamonica, Spada e Di Silvio, operanti a Roma e nel Frusinate. E’ stato Questore della Provincia di Arezzo, ove attualmente vive. E’ Commendatore al Merito della Repubblica. Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta. E’ attualmente Componente del Comitato Scientifico delle “Fondazione Giovanni Paolo II”, Socio del Lions Club Arezzo Nord-Est, di cui è past President e componente del Consiglio Direttivo. Felice Addonizio era accompagnato da Massimo Rigo, di origini borgosesiane, cerimoniere del Distretto 108la. Prima di parlare dell’argomento della serata, L'attentato a Papa Giovanni Paolo II, Felice Addonizio ha rivolto un pensiero a tutte le vittime della polizia che hanno sacrificato la vita, o la salute, ricordando in modo particolare Amar Kudin, il giovane poliziotto morto in un incidente a Roma, mentre era in servizio. “Il 13 maggio 1981 è una data che molti ricorderanno per sempre”: Felice Addonizio allora era un giovanissimo funzionario della DIGOS (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali, un ufficio della Polizia di Stato presente in ciascuna delle 105 questure italiane), alla notizia dell’attentato al Papa si precipitò in Piazza San Pietro. Addonizio ha raccontato anni cruciali della vita del nostro paese, partendo da quella che ha definito la “stagione degli intrighi”, tra il 27 giugno 1980 e il 13 maggio 1981, contrassegnata da tre fatti drammatici: l’incidente aereo del DC 9 Itavia, noto come strage di Ustica, del 27 giugno 1980, la strage di Bologna, del 1 agosto 1980 e l’attentato a Giovanni Paolo II, del 13 maggio 1981, “Per capire l’attentato al Papa è necessario far riferimento alla morte del suo predecessore, Papa Luciani, che, secondo alcuni, sarebbe stata decisa, appena 33 giorni dopo la sua elezione al pontificato, perché il Papa voleva denunciare frodi azionarie compiute nei sacri palazzi. La successiva elezione al soglio pontificio di Karol Wojtyla sarebbe stata “organizzata” dal cardinale Franz König (1905-2004) pioniere del dialogo con i non credenti e autentico costruttore di ponti, nella vecchia Europa, separata dalla Cortina di ferro nel blocco occidentale e in quello sovietico”: dopo questa premessa è seguito il racconto. Giovanni Paolo II, mentre percorreva Piazza San Pietro tra la folla, venne ferito gravemente da alcuni colpi di pistola sparati da Ali Ağca, che scappò perdendo la pistola, ma fu subito catturato. Ağca era misteriosamente evaso nel 1979 dal carcere turco dove era stato rinchiuso per il suo primo omicidio e in tutti questi anni: “Ha continuato a fare il pazzo, a mentire e a confondere le acque”. Nella sua autobiografia, uscita nel 2013 e intitolata: Mi avevano promesso il Paradiso, ha scritto anche che l’attentato gli fu ordinato dall’ayatollah Khomeini: «Tu devi uccidere il Papa nel nome di Allah», gli avrebbe detto il leader iraniano, «perché è il portavoce del diavolo in terra. Poi togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto, e avrai come ricompensa il paradiso». A sparare al Papa fu sicuramente lui, un fanatico musulmano legato all’organizzazione turca di estrema destra dei Lupi grigi, un movimento nazionalista paramilitare, protagonista di un’ondata di violenza che provocò cinquemila morti in Turchia. Messi fuori legge, i Lupi Grigi si rifugiarono all’estero, prima in Francia e poi in Germania, avviando un traffico di stupefacenti. Ancora oggi la giustizia non ha accertato chi siano stati i mandanti, né quale sia stata la genesi dell’attentato. “La sua condanna è una delle poche certezze nel buio fitto che ancora avvolge uno dei grandi misteri del secolo scorso”. Addonizio ha rivelato che Ağca era stato sicuramente torturato: “Presentava cicatrici nelle zone intime e sputava marrone”. Fu scarcerato nel 2010, dopo un’ulteriore pena scontata in Turchia, oggi è sposato e vive ancora in Turchia. Dopo l’attentato furono ipotizzate diverse “piste” presentate anche nel libro: Uccidete il Papa. La verità sull'attentato a Giovanni Paolo II di Marco Ansaldo e Yasemin Taskin: la famosa pista bulgara, una addirittura interna al Vaticano, un’altra legata a capire quale ruolo avesse avuto la mafia nella vicenda, Addonizio ha accennato anche alla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta a poco più di un anno di distanza dall'attentato a papa Giovanni Paolo II, agli infiniti depistaggi e alle fughe di notizie calcolate: “La denuncia della scomparsa di Emanuela non fu fatta dal padre, ma da uno zio che lavorava come cameriere alla buvette di Montecitorio che ne parlò con un parlamentare”. E’ stato anche ricordato il caso dell’altra quindicenne, Mirella Gregori, scomparsa a Roma il 7 maggio del 1983. Al termine dell’intervento, che ha lasciato i presenti sconcertati nell’apprendere alcuni retroscena di notizie date per scontate, ad Addonizio sono state poste alcune domande, alle quali ha risposto ampiamente. Addonizio ha ricevuto il guidoncino del Club e ha donato al Presidente, Andrea Ballarini, un libro di Fabio Gialli sul pilota aretino Gastone Brilli-Peri, detto l’Africano, morto a Tripoli in un incidente. Il Cerimoniere del Lions Club Valsesia, Alberto Regis Milano, essendo anche Presidente di Agape OdV, ha ricordato che sabato 30 novembre, a Borgosesia, presso il Centro Sociale di Via Giordano, alle ore 16, in occasione dei dieci anni di attività della Casa di Accoglienza “Giovanna Antida” ci sarà un dibattito dedicato a: “La violenza contro le donne: un dramma quotidiano” con la partecipazione di Livia Zancaner, borgosesiana di nascita, giornalista di Radio24-IlSole24Ore, coautrice con Chiara Di Cristofaro e Simona Rossitto del volume: “In trappola”, in cui, partendo da un'inchiesta sul linguaggio, si vuole indagare quanto siano profonde, anche nelle nuove generazioni, le radici della violenza sulle donne. Piera Mazzone