Sabato 14 dicembre, alle ore 11, nella Sala Conferenze della Biblioteca, sarà presentato il volume curato dalla storica dell’arte biellese Claudia Ghiraldello: “Daniele de Bosis e la bottega dei suoi figli”, il primo contributo monografico completo ed aggiornato dedicato all'artista tardogotico Daniele de Bosis e alla bottega dei suoi figli, attivi tra XV e XVI secolo.
Daniele de Bosis era di origine milanese, ma cittadino di Novara, venuto in seguito a Biella. Nel 1479, precisamente il 19 maggio, venne chiamato dal Comune e dai Canonici di San Colombano di Biandrate per dipingere la cappella di Santa Maria e dei Santi Sebastiano e Fabiano. Seppur esponente di un fenomeno culturale ritardatario nella ripetizione di evidenti formule tardogotiche, il de Bosis perseguì un proprio percorso artistico in evoluzione. Ebbe tre figli, Arcangelo, Francesco e Giovanni Pietro, dei quali i primi due continuarono il mestiere del padre, utilizzando formule stilistiche collaudate.
Claudia Ghiraldello, autrice di più di settanta pubblicazioni, nel 2017 aveva presentato in Biblioteca a Varallo il volume: “Tre cantieri a confronto tra Biellese e Valsesia”, che conteneva un saggio dedicato a “Cristina Francesca Maria Simiana di Pianezza a Varallo”.
Questo nuovo libro, presentato in numerose sedi di prestigio, tra le quali il Seminario di Biella, alla presenza del Vescovo Roberto Farinella, il Vescovado di Novara, alla presenza del Vescovo Franco Giulio Brambilla, Palazzo Reale di Milano alla presenza del Direttore Domenico Piraina, pubblicato dall’editore d’arte torinese Umberto Allemandi, arricchito da scoperte di affreschi sotto intonaco, nonché da decifrazioni iconografiche, è corredato da un ricco repertorio fotografico, realizzato dalla stessa Ghiraldello, che, nella resa cromatica assai vivace, cattura l'attenzione del lettore.
Il libro sui de Bosis presenta moltissime realtà artistiche, delle quali la maggior parte sono inedite: alcune pagine sono dedicate al ciclo di affreschi con le storie di San Marco, dedicatario dell’omonima chiesa varallese, collocati originariamente lungo la parete esterna dell’edificio, prospiciente la strada provinciale che conduce verso il centro, oggi conservati in Pinacoteca.
Piera Mazzone