La Biblioteca di Varallo deve molto a Nicoletta Vittone, che si è spenta la vigilia di Natale, lasciando quanti la conoscevano, l’apprezzavano e la stimavano, attoniti e pieni di tristezza. Era un’artista e una creativa, sapeva guardare lontano, immaginare come un semplice oggetto sarebbe diventato unico e irripetibile. Il 7 dicembre 2011 nel Cortile d’Onore di Palazzo Racchetti, sede della Biblioteca, erano state inaugurate le mostre natalizie, in Ludoteca era stata allestita la XVII edizione di Libri in Libertà, mostra bibliografica curata dal Centro Libri Punto d’Incontro. L’intera coreografia del cortile, pieno di matitone colorate e libroni, con l’albero di Natale, decorato con pennarelli, pastelli e nastrini colorati, era stata curata da Nicoletta, naturalmente in tema con il progetto: “Ben-essere per vivere insieme”, salute fisica e mentale per una vita sociale intensa e soddisfacente. Nicoletta aveva creato il presepe valsesiano, uscito dal “baule della nonna”: attraverso la semplicità di legno, sabbia, pietre, muschio, si respirava l’atmosfera della Terrasanta e l’attesa per quella nascita che avrebbe cambiato il mondo. Aveva partecipato con suo figlio Fiorenzo alla Mostra: Espressione creativa del tempo libero, innestando sulla pittura classica la brillantezza degli acrilici e degli smalti sintetici, dipingendo alberi che nelle loro forme: “Rappresentano la contrarietà della natura, dell’umano e del vivere”, mentre Fiorenzo aveva realizzato grafismi e fumetti con protagonisti personaggi famosi, da Pippo a Paperino, a Dylan Dog, ma anche emozioni trasformate in invenzioni della fantasia. L’anno successivo Nicoletta aveva decorato elegantemente l’intero cortile di Palazzo Racchetti, guidata dalla rossa bicicletta di Babbo Natale con le ruote foderate di candida pelliccia (un progetto originale di Enrico Mora di Grignasco), che aspettava tutti per un giro tra i Natali del mondo.Allegra, solare, disponibile: quanti altri aggettivi mi vengono in mente per descriverla, ma certamente la porterò nel cuore per la semplicità del suo Affetto che aveva trasformato una conoscenza in qualcosa di molto più profondo. Il suo spirito leggero come il soffio che sostiene l’ultima foglia che si stacca dall’albero e volteggiando dolcemente si appoggia a terra, contribuendo a tessere un tappeto dorato, aleggerà su questa valle tanto amata e porterà dolcezza nei cuori gonfi d’assenza.
Piera Mazzone