A Serravalle nell’ampia e accogliente sede degli Alpini in Via Bellaria, l’anno del centesimo anniversario di fondazione del Gruppo, è iniziato alla grande, con la presentazione di un piccolo libro dai contenuti importanti: “Una strana storia”, parabola moderna ispirata da Don Mauro Stragiotti, il sacerdote vintebbiese morto a Vercelli il 10 gennaio 2001, la cui memoria è ancora tanto viva da far accorrere persone da Vercelli, Novara, Biella, Gattinara, dove operò portando grandi doni, oltre che da Serravalle, suo paese natale. Per celebrare la Messa nei suoi ultimi giorni Don Mauro indossò i paramenti di Don Secondo Pollo, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998, che era stato cappellano degli Alpini in Montenegro.
Esisteva già un libro su Don Mauro, stampato pochi mesi dopo la sua morte: “Una vita fatta dono: Don Mauro Stragiotti”, che raccoglieva le testimonianze di coloro che lo conobbero, ma il Diacono Don Pier Luciano Garrone ha pensato di ricordarne la figura ed i carismi a Serravalle, il suo paese d’origine, con una Messa celebrata il 10 gennaio nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e San Nicolao e con un libro che racchiudesse una “parabola dei nostri giorni”. “Una strana storia” è stato scritto in collaborazione con Ettore Mazzone (autore di: La luce del buio,
pubblicato nel 2013 e di: La chiusura del cerchio, edito nel 2016. In primavera uscirà: La donna che voleva fermare il tempo), il quale non conobbe Don Mauro, ma restò affascinato da quanto gli venne narrato, e tradusse le emozioni in
parole. Pier Luciano Garrone gli chiese di scrivere un libro come dono per i lettori, affinché potessero: “Contemplare la luce dei Santi”.
Ettore, presentando il suo lavoro, ha detto: “Inizialmente scrissi un racconto profondamente laico, poi presi un’altra strada, perché capii che Don Mauro era l’antitesi del mondo di oggi: al qualunquismo esasperato, all’indifferenza per
il prossimo, opponeva valori forti”. La prefazione, post prefazione e l’ultimo capitolo, scritti da Pier Luciano, sono la “parte teologica”. L’ultimo capitolo svela chi fosse davvero Beppe e quale privilegio sia stato camminargli accanto, imparare a non avere più paura di perderlo. Lui era un santo, di quelli quotidiani, non un dottore della chiesa o un grande predicatore, ma uno come sant’Euseo, che svolgeva il mestiere di calzolaio, ma riparava soprattutto le anime sdrucite.
Roberto Pozzato, capogruppo degli Alpini, vintebbiese, aprendo la serata ha ricordato come Mauro e l’amico Gilberto Cerri trascorressero lunghe ore a studiare da suo padre, che faceva il sarto, mentre lui li osservava ed ascoltava
incuriosito. Don Mauro riposa al camposanto di Vintebbio, proprio di fronte all’amico Gilberto, anche lui scomparso prematuramente.
Il sacerdote vintebbiese comunicava la speranza, la virtù cristiana cui Papa Francesco ha dedicato il Giubileo: la speranza è un dono e un compito per ogni cristiano. Fu compagno di seminario di Don Luigi Ciotti e con lui condivise tre parole che si contrappongono a quanto oggi il nostro tempo pare celebrare: scendere e non salire, essere e non avere, donare e non possedere. Non è stato solo un credente, ma una persona credibile, un autentico mediatore di Dio.
Sostenendo questa pubblicazione Adriano Pizzi ha voluto: “Ricordare anche due persone nate nel 1921, nella lor semplicità eccezionali per dedizione al prossimo: Pierina Bruscagin, conosciuta come Nina, di Serravalle e la maestra Augusta Deblasi di Scopa”.
Il libro inizia sul fiume, la Sesia che accompagna il paese di Vintebbio, blandendolo, ma talvolta minacciandolo. Il protagonista è Beppe, una persona generosa, sia materialmente che spiritualmente, il quale unisce due comunità, trasformando ’odio ancestrale, che regnava da secoli, in sentimenti sinceri di concordia e di pace. “Oggi ho sepolto un Santo” disse il Vescovo dopo il funerale di Don Mauro. Questa parabola ci ricorda quanto siamo fortunati nell’aver incontrato un santo. Pier Luciano è stato l’acqua che ha permesso a molte farine di amalgamarsi e trasformarsi in pane: “Ringrazio Ettore, Piera, Anna Marinoni che ha fatto i disegni, Michela che ha curato l’editing del volume, Siam Sannazzaro titolare del Punto Grafico che lo ha stampato, Adriano Pizzi, Roberto Pozzato e gli Alpini che generosamente hanno messo a disposizione la loro sede per la presentazione. Beppe/Mauro è stato un piccolo arcobaleno, insignificante agli occhi degli stolti, un “Kadosh” avrebbero detto gli Ebrei, uno separato dalle nostre miserie, ma che vive nelle nostre miserie. Costruisce un collegamento ideale, che in realtà è un ponte accostato per mettere in contatto la sponda terrestre e quella celeste, il presente e l’avvenire, le cose semplici e il mistero. Lo fa per il colore del grano, come risponderebbe il Piccolo Principe”. Per chi fosse interessato il libro è disponibile presso l’edicola di Serravalle: tutto il ricavato della vendita sarà devoluto in beneficenza. Al termine della serata il pubblico ha potuto gustare la proverbiale ospitalità alpina: vin brulé e panettone, ma ciascuno ha davvero portato con sé in quella gelida notte il calore della speranza.
Piera Mazzone