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Varallo e dintorni | 12 febbraio 2025, 07:36

Un ricordo di Augusta Frigiolini

Abitava a Varallo

Un ricordo di Augusta Frigiolini

Augusta: occhi grandi, curiosi, spalancati sul mondo, perché c’è sempre qualcosa da vedere e da conoscere. Era un’interlocutrice attenta, sapeva ascoltare, così come aveva fatto per tanti anni nel suo lavoro all’ASL.

Strano destino: la fanciulla bionda, alta, spiritosa, nata e vissuta in una grande casa nel cuore di Varallo, condivisa con i fratelli Giovanni, Pinuccia e Ferruccio, si era innamorata di un coetaneo che abitava nel paese che chiude la Valle: Gigi, un uomo brillante, colto, discreto, che possiede la casa più bella di Serravalle, nata da un progetto dell’Ingegner Burdisso, dipendente della Cartiera Italiana negli anni Trenta. Superato il vialetto d’ingresso che corre parallelo ad un giardino suddiviso simmetricamente in aiuole con fiori e alberi ornamentali, emerge la casa su più piani, caratterizzata dalla bicromia che alterna il rosso al bianco, mattoni e cemento, culminante in un’altana dai vetri policromi, sul retro lo spazio per l’orto è delimitato al fondo da un edificio basso per ricoverare attrezzi, legna e fungere da magazzino.

In questa casa elegante e austera Augusta visse giorni felici con Gigi. Circondati da amicizie sincere Augusta e Gigi uscivano volentieri, amavano frequentare i mercatini d’antiquariato, pranzare in piccoli locali, gustando le portate servite agli avventori. In casa non mancava mai un dolce: Gigi conosceva i gusti di Augusta e non esitava ad attingere alle più rinomate pasticcerie.

Purtroppo a Natale 2023 Augusta fu ricoverata in ospedale a Borgomanero e da allora la sua salute declinò: Gigi le fu sempre accanto, affrontando quotidianamente i viaggi in auto per recarsi in ospedale, non dimenticando mai di coccolarla offrendole qualche dolcetto, o portandole le sue riviste preferite. La sera tornava a casa, chiudeva la porta, apparecchiava e pensava che il giorno dopo sarebbe stato meglio. Il ritorno a casa di Augusta fu accolto con gioia: Gigi aveva cercato di adattare gli spazi alle mutate esigenze. I giorni scorrevano sereni, ma lo stame della vita, quello a cui è legato il destino di ogni uomo, si andava inesorabilmente accorciando: a seguito di un nuovo ricovero Augusta chiese l’Unzione degli Infermi, che accolse con grande serenità, accomiatandosi lentamente e con dolcezza dalla vita.

Lei ha compiuto il suo cammino, è giunta alla meta nei cieli, mentre Gigi ha bisogno di sentire tutto il calore delle Persone che gli vogliono bene, e, con discrezione, sapranno manifestargli la loro vicinanza. Con affetto.

Piera Mazzone

Redazione - Piera Mazzone

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