Il Centro Studi di Grignasco, in collaborazione con il Comitato Carnevale, tra le numerose iniziative in programma, propone serate a tema in cui si parla, preferibilmente, in dialetto.
Giovedì 20 febbraio la serata è stata dedicata a Franco Fizzotti, nel centenario della nascita dell’artista grignaschese, anima del Carnevale, che seppe coinvolgere i grignaschesi, dando un inconfondibile fisionomia al suo Giuan, raccontato da tutte le sue Marianne: purtroppo era assente per motivi di salute Dante Vignoli, che gli fu grande amico.
Paolo Zanolini ha ringraziato il numeroso pubblico e soprattutto le Marianne che hanno accolto l’invito, in particolare Enna Milanoli Beatrice, che impersonò la maschera grignaschese settant’anni fa, nel Carnevale del 1955: “Mi son la Enna Milanoli, la màta dal Bruno Sciablòt”: vivace e spiritosa la signora ha ricordato che: “‘l Franco era una persona molto perbene, che ogni mattina partiva da Grignasco con il treno delle cinque per andare a Brera a insegnare. Mi ha anche fatto il ritratto, a gratis”.
Silvana Cacciami, quando era studentessa liceale, nel 1978 e 1979 impersonò la Marianna: “Auguro ai ragazzi di oggi del Comitato Carnevale di vivere con leggerezza, allegria e spensieratezza questi momenti belli e di festa: una tradizione forte di Grignasco, come ricordò lo zio prete sulle pagine del Monte Rosa”.
Maria Vittoria Stefanetti, Marianna 1980, 1981 e 1982: “Fu un esperienza bellissima, nel 1982 mi sposai e una settimana prima festeggiai in truna, che allora era ancora in Via Torchio. Ricordo la sorpresa quando uscii dalla chiesa e quarantatrè anni dopo ripeto con il cuore: grazie a tutti”.
Le Marianne venivano scelte durante una cena ad Ara, assaporando “rost e brasà”. Paolo Zanolini ha ricordato come per acquistare le bombette ognuno dovette misurare la circonferenza del capo e qualcuno aveva proprio una bella testa. Franco era un artista, una persona poliedrica, dal carattere che si rifrangeva in mille sfaccettature: intellettuale, giocatore di bocce e di scopa scientifica, autore di poesie e canzoni in dialetto grignaschese, tra le quali Gianni Tempesta ne ha scelte due: Autun e Giobiaccia che racchiudono l’essenza della grignaschesità, il culmine del Carnevale e il giorno dopo la festa, in cui si assaporano i ricordi. Le poesie, recitate con brio e “zembru” da Fulvio Zanolini e Piergiuseppe Poggia, sono state ampiamente commentate dallo stesso Tempesta.
Laura Perazzi, Marianna 1983, 1984, 1985, aveva iniziato a fare il Carnevale come damigella, divertendosi con spensieratezza e allegria: “Nel Comitato Carnevale c’eravamo noi giovani, ma anche i nostri genitori, uniti nella gioia della festa. La filosofia del Franco, sintetizzata in quel: Sagrinti not, e nel dissacrante: ’ndè tuch dè via ‘l cu: un affettuoso invito a non prendersela e a ignorare le critiche e le osservazioni malevole, perché non fanno molta strada”.
Claudia Pagnoni, Marianna 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, ricorda: “Franco era una persona sensibile e straordinaria, si preoccupava sempre di noi ragazze che avessimo il passaggio per tornare a casa e che tutto andasse bene” Claudia ha raccontato un episodio al Carnevale di Novara, dove si aspettava Re Biscutin con un grandioso rinfresco, ma, poiché l’attesa si prolungava un po’ troppo, il gruppo grignaschese riuscì ad assaggiare qualcosa, mentre Franco intratteneva i camerieri.
Lorenza Donà, l’ultima luminosa Marianna dal Franco, ha talmente tanti ricordi che diventava difficile scegliere, così ha racchiuso in un grande sorriso l’eredità del Giuan, ma soprattutto dell’amico e artista di rara sensibilità. Fulvio Zanolini, il primo Giuan dopo Franco e la sua Marianna, Lara Gobbi, subentrarono nei ruoli carnevaleschi nel 1995: “Franco dal suo letto d’ospedale ci trasmetteva allegria ed è stato per noi un incoraggiamento e una guida preziosa”.
Per ultima è intervenuta la Marianna di oggi, Giulia Fontanetto: “L’importante è divertirsi, il Carnevale unisce le generazioni, si impara tanto socializzando: se tutti facessero un po’ di Carnevale farebbe bene a tutti”.
Tra il pubblico molti sono intervenuti per condividere ricordi ed emozioni.
La prossima serata dialettale si terrà in truna il 20 marzo: lo scultore Dino Damiani, accompagnato dall’amico fotografo Roberto Sagliaschi, racconterà la sua arte.
Piera Mazzone