Serravalle-Grignasco - 11 marzo 2025, 14:36

Grignasco: La letteratura spagnola, dal siglo de oro alla contemporaneità allargata

Grignasco: La letteratura spagnola, dal siglo de oro alla contemporaneità allargata

Il Gruppo di studi letterari e linguistici del Centro studi di Grignasco ha organizzato una serie di conferenze-conversazioni alla scoperta della cultura spagnola, condotte da Olga Olacia Zanolini che, nella serata del 6 marzo, ha proposto: Pagine Spagnole. Scrittori spagnoli del passato e contemporanei, incentrando l’attenzione sulla letteratura spagnola: dal siglo de oro alla contemporaneità allargata.

La seconda lingua più parlata al mondo è lo spagnolo, con un numero di parlanti nativi stimato a 460 milioni, è la lingua ufficiale della maggioranza dei paesi dell'America Latina, oltre che naturalmente della Spagna e di una parte importante della popolazione del Sud Americana. La conversazione della serata, fluida e densa di contenuti, è stata fatta tutta in spagnolo, o meglio in castigliano. Lo Spagnolo/Castigliano è originario della Castiglia ed è riconosciuto come lingua ufficiale della Costituzione Spagnola dal 1978. La Real Academia Española (RAE) conferma che, dal punto di vista linguistico, non ci sono differenze significative tra i termini "spagnolo" e "castigliano". La RAE considera "spagnolo" e "castigliano" come sinonimi e li riferisce alla stessa lingua. Il catalano, invece, è la lingua co-ufficiale – lingua, non dialetto – in Catalogna, nelle isole Baleari e nella comunità Valenciana (ed è qui che si parla il valenciano, un dialetto del catalano). Sono egualmente riconosciute come lingue ufficiali delle rispettive regioni: l’Aranese, il Basco e il Gallego.

La prima opera in spagnolo è di autore anonimo: “La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades", un romanzo di cui non conosciamo né l'autore, anche se è stato attribuito a un tale Diego Hurtado de Mendoza, pur essendo di ambientazione popolare rivela la mano di uno scrittore colto, né la data di composizione, ma le edizioni più antiche conosciute sono datate al 1554. Lázaro, giovane accattone sempre affamato, si guadagna da vivere con mille astuzie, è figlio di un mugnaio e di una lavandaia, vive una serie di inattese disavventure al servizio di una folla di avari, vagabondi, bricconi e mendicanti che lo costringono a conoscere la fame, il freddo, i maltrattamenti e la meschinità dei padroni. Lazarillo è l’anti eroe per eccellenza vissuto nell’epoca di decadenza e crisi economica all’epoca di Carlo V. Questo romanzo, che ha inaugurato il genere della letteratura picaresca, venne edito a Burgos nel 1554 e proibito dall'Inquisizione nel 1559. E’ stato scritto quasi cinquecento anni fa, ma è di un'attualità sorprendente: Lazarillo, oggi, sono gli sciuscià napoletani, gli immigrati extra-comunitari, i bambini-killer o i corrieri della droga; un'umanità che non ha voce, ma solo un grido disperato per farsi sentire.

Il capolavoro della letteratura non solo spagnola del siglo de oro, ma mondiale è: El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, noto come: Don Chisciotte de la Mancha, scritto da Miguel de Cervantes, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615, che inaugura la grande stagione del romanzo moderno. Scritto con l'intento di parodiare i libri di cavalleria, narra le gesta di un nobile hidalgo spagnolo, idealista e folle, e del suo fido scudiero Sancho Panza, dal tenace e realistico buon senso.

Lope De Vega, Félix Lope de Vega y Carpio, nato a Madrid nel 1562 e morto nella stessa città nel 1635, è stato scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo incredibilmente prolifico, coltivò ogni tipo di genere letterario, con l'eccezione del romanzo picaresco , ed è annoverato nel numero ristretto dei più famosi autori di teatro del mondo. Fuente Ovejuna, composta fra il 1612 e il 1614, ispirata alla storica rivolta del 1476, è la commedia forse più nota di Lope de Vega, che trasforma un caso de la honra – una tipica storia d’onore – in un dramma corale di forte risonanza politica che ebbe un immediato successo sulla scena spagnola e, dopo un oblio di due secoli, fu riscoperto nel teatro del Novecento, dalla traduzione russa di Lunacˇarskij, alla ripresa di García Lorca con la sua compagnia itinerante, La Barraca. La vicenda si svolge in Andalusia dove il signorotto locale, il Comendador Fernán Gómez, spadroneggia sui contadini depredando le campagne insieme ai suoi sgherri.

Francisco de Quevedo Villegas (Madrid, 14 settembre 1580 – Villanueva de los Infantes, 8 settembre 1645) è stato uno scrittore e poeta spagnolo. Di famiglia nobile, compì i primi studi presso i Gesuiti, proseguì con quelli classici all'Università di Alcalá de Henares e studiò teologia a Valladolid. Oltre ad avere un'ottima formazione umanistica, Quevedo conosceva perfettamente l'italiano, il francese, il latino, il greco, l'arabo e l'ebraico. Non bello e afflitto da una grave miopia, amico di Pedro Téllez-Girón terzo duca di Osuna, lo seguì prima a Palermo e poi a Napoli e, quando il duca vi fu nominato Viceré, ebbe la segreteria delle Finanze. Quevedo fu accolto nell'Accademia degli Oziosi, fondata quattro anni prima dall'allora viceré della città, il conte di Lemos. Esplicò importanti missioni diplomatiche, in particolare presso la Repubblica di Venezia (fu tra l'altro accusato di essere coinvolto in una congiura contro quest'ultima). Fu poi segretario del re a corte, ma ebbe a soffrire varie persecuzioni politiche: imprigionato per quattro anni dal 1639, morì due anni dopo aver riacquistato la libertà. La sua prosa, sia quella narrativa e pittorica della Historia de la vida del Buscón, sia l'altra più dialettica e intellettualistica dei Sueños, è l'espressione ironica, a volte amara e a volte indulgente, del disagio morale e della rivolta di uno spirito, che rimaneva tenacemente legato al passato, con i suoi ideali eroici e leggendari, con la sua etica cristiana, con il gusto della vecchia poesia.

Nell’ultima parte della serata è stato ricordato Federico Garcia Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936) poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo, che raggiunse il riconoscimento internazionale come figura emblematica della generazione del '27, un gruppo principalmente di poeti che introdusse le avanguardie artistiche - come il simbolismo, il futurismo e il surrealismo - nella letteratura spagnola con risultati eccellenti. Sostenitore dichiarato delle forze repubblicane durante la guerra civile spagnola, fu catturato a Granada, dove si trovava ad alloggiare in casa di amici, e fucilato da uno squadrone delle forze nazionaliste: «Fu ucciso perché era: “Socialista, massone appartenente alla loggia Alhambra” e “Praticava l’omosessualità e altre aberrazioni». Questo quanto si legge in un documento recentemente scoperto e riportato alla luce dagli archivi della polizia franchista.

Olga Olacia ha completato il suo excursus letterario con tre scrittori della “contemporaneità allargata”.

Jorge Luis Borges, nato a Buenos Aires nel 1899 da padre argentino e madre inglese e morto a Ginevra il 14 giugno 1986. Cieco per una malattia ereditaria fu direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires e professore di Letteratura inglese all'università di Buenos Aires. La sua vocazione letteraria si manifesta quando ancora è giovanissimo. La figura di Borges si impone al panorama letterario come quella di uno scrittore complesso, filosofico e meditativo, capace di scrivere opere letterarie che si svincolano dal contesto argentino e parlano all’uomo e al mondo attraverso temi universali, come il contatto tra l’essere e la realtà che lo circonda, che ne rinnovano il contenuto nel corso dei decenni. Fu più volte in lista per ottenere il Premio Nobel della Letteratura. Influenzò scrittori italiani come Calvino, Eco, Sciascia, e anche ispirò cantautori come Guccini, Vecchioni e Gaber. Si dichiarava antiperonista, antifascista, anticomunista, anarchico. Tra i suoi capolavori El Aleph, cioè: “el lugar donde están, sin confundirse, todos los lugares del orbe, vistos desde todos los ángulos”, nasconde tutte le prospettive possibili sulla realtà in un unico luogo ed è scoperto in modo fortuito mentre il protagonista cerca, in realtà, di scoprire la vera identità della donna che ha amato, ormai morta. L’Aleph rappresenta la possibilità di conoscere tutto, di possedere tutte le chiavi dell’Universo; tuttavia il protagonista si rende presto conto del peso che ciò comporta quando, dopo la sua esperienza mistica, non riesce più a vivere come prima poiché nulla lo sorprende più e tutto gli sembra già conosciuto. L’equilibrio ritornerà quando l’oblio inizierà a eliminare i ricordi dell’aleph. In “Valgo”, Borges ci offre una riflessione profonda su come le avversità possano aiutarci a scoprire il nostro vero valore. Questo testo, con le sue parole semplici e toccanti, rappresenta una lettura che arricchisce lo spirito e invita a riflettere sul personale percorso e sulle persone che sono compagne di strada.

Cent’anni di solitudine è il libro in spagnolo più letto al mondo dopo Don Chisciotte, l’autore, Federico Garcia Marquez, è uno scrittore colombiano morto a Città del Messico nel 2014. Fu amico di Fidel Castro e di Che Guevara, ma fu anche invitato alla Casa Bianca da Bill Clinton. Nel 1982 ricevette il Premio Nobel per la letteratura,

Isabel Allende (Lima, 2 agosto 1942) è una scrittrice e giornalista cilena naturalizzata statunitense. Considerata una delle scrittrici più famose dell'America Latina. Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita: La casa degli spiriti è il più noto, ma ha anche parlato delle vite di molte altre donne, unendo mito e realismo. Oggi scrive libri per bambini e adolescenti per trasmettere la storia culturale del Sudamerica.

Molto apprezzata sia per il modo di esporre, che consentiva la comprensione, naturalmente aiutata da alcune, opportune, traduzioni, Olga Olacia nel prossimo incontro parlerà dei maggiori pittori spagnoli.

Piera Mazzone