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ATTUALITÀ | 17 marzo 2025, 12:22

Dazi, Europa, USA: dove stiamo andando? L'opinione di Gianluca Susta

Per l'ex parlamentare europeo “ sui grandi temi di oggi nessun paese europeo può fare da solo. Bisogna accelerare il processo di integrazione”.

Dazi, Europa, USA: dove stiamo andando? L'opinione di Gianluca Susta.

Dazi, Europa, USA: dove stiamo andando? L'opinione di Gianluca Susta.

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha mutato gli equilibri mondiali. Diventa pertanto ardua impresa per analisti e osservatori capire quali saranno gli scenari e futuri rapporti tra gli stati in chiave economica e politica. Su queste tematiche ha espresso il suo punto di vista Gianluca Susta, già sindaco di Biella e ed ex parlamentare italiano ed europeo.

Difesa ed economia comune: l'Europa si trova davanti ad un bivio, quali le sfide future che la Commissione è chiamata ad affrontare?

Tutte le ultime vicende (aggressione russa, presidenza Trump, conflitto israelo-palestinese) con i loro corollari cambiano i paradigmi su cui si è costruito l'equilibrio mondiale che abbiamo conosciuto. L'Unione Europea non è un'entità astratta, ma è il frutto della volontà degli Stati fondatori - e di chi vi ha aderito nel tempo - di cedere all'Unione stessa pezzi di sovranità per affrontare insieme le sfide che da soli diventano impossibili. Oggi queste sfide sono la sicurezza e la difesa, l'immigrazione, il cambiamento climatico, il commercio mondiale (che vuol dire regole, tariffarie e non, per industria, agricoltura, produzione in genere di beni e servizi), la lotta alla criminalità organizzata, il rapporto con i Paesi in via di sviluppo, l'accesso ai beni essenziali della terra. Su questi temi nessun Paese europeo può fare da solo. Nessuno! E nessun Paese europeo nel 2050 sarà tra le prime 10 potenze economiche del mondo, salvo, forse, la Germania. E allora? Allora bisogna accelerare il processo di integrazione europea; rafforzare politicamente l'UE, darle più potere, in una logica federale, per affrontare insieme le sfide di questo mondo.

Rispetto a quando lei era europarlamentare, qual è lo stato di salute dell'Ue?

Qualcuno gode nel presentare l'UE come piegata, sconfitta, inutile. Poi, quando capitano emergenze come il COVID o la guerra in Ucraina, ci si rende conto che solo la solidarietà europea può affrontare questi temi. Ma questa logica secondo cui l'Europa è utile e buona solo quando abbiamo bisogno di soldi per rilanciare l'economia (V. PNRR) o bisogna difendersi dalle aggressioni in atto o potenziali, deve finire! L'Unione, rispetto a 10 anni fa ha fatto importanti passi in avanti. La pandemia ha portato a condividere un debito comune per finanziare la ripresa; l'aggressione russa dell'Ucraina ha unito gli Stati europei in difesa dell'Ucraina aggredita; le regole sul debito sono state affievolite; la moneta è stata difesa dalle speculazioni americane e cinesi; la Brexit è stata gestita più che bene al punto che sono i Britannici ad essere pentiti. Certo, resta la debolezza politica dell'Unione perché gli Stati non le hanno ancora conferito i poteri che la situazione richiede in campo fiscale e in campo militare.

Come avevano prognosticato diversi analisti, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha cambiato i rapporti di forza tra USA, Russia ed Europa: quali gli scenari futuri?

L'Unione Europea ha di fronte a sé la straordinaria occasione di completare il processo di integrazione iniziato nel 1952. L'isolazionismo americano di Trump non è una bella cosa. Anche per l'America. Ma, come dicevano gli antichi Romani “ex malo bonum”. Dal male può nascere il bene. In questo caso il protagonismo arrogante di Trump può accelerare il processo di ulteriore integrazione europea. E guai per tutti se non avviene! Lo scontro tra Cina e USA, con la Russia usata da entrambi per il loro gioco egemonico, di cui Putin è ben consapevole cercando, di usare una volta l'uno e una volta l'altro dei contendenti per i suoi fini ma destinato comunque ad essere vassallo della Cina, spinge noi verso un nuovo protagonismo. Il riavvicinamento tra Regno Unito e UE può ricreare uno spazio economico che può farci restare tra le prime tre economie del mondo nonché la possibile maggiore potenza militare. Basta volerlo! Per settimane abbiamo sentito e letto “dov'è l'Europa” “l'Europa non esiste” ecc. Il voto al Parlamento Europeo sul piano presentato dalla Commissione ha smentito i disfattisti antieuropeisti e ha indicato una maggioranza schiacciante in questa direzione. Quello è il voto dei rappresentanti dei cittadini europei, eletti un anno fa, non il voto dei “burosauri” di Bruxelles di cui parlano Salvini e Conte. L'Unione Europea è nata dalla guerra per porre fine alla guerra. Ma di fronte a chi se ne fa un baffo dei valori di pace, libertà, indipendenza, rispetto dei diritti umani occorre mettere in campo strumenti di resistenza. E noi Italiani più di altri dovremmo sostenere questa tesi perché non è il pacifismo degli ignavi che ha sconfitto il nazifascismo, ma la resistenza dei coraggiosi. Noi democratici europei delle varie famiglie politiche più di tutti, nel mondo, non solo in Europa, abbiamo costruito progetti di pace. Altri non hanno la stessa storia. Ma tra essere costruttori di pace e complici silenti della altrui violenza per paura di perdere qualche vantaggio materiale, bisogna decidere da che parte stare e quali strumenti porre in essere. Nessuna arma europea in questi 80 anni è stata usata per aggredire qualcuno, ma solo per garantire pace e libertà. E' stato così in Kosovo, in Libano, in Somalia. Il mondo non deve più essere diviso da cortine di ferro, come vuole Putin. L'UE non le vuole ricostruire quelle cortine! Se popoli che ieri erano sotto regimi dittatoriali, di destra (Spagna, Grecia, Portogallo) o comunisti (l'est europeo) hanno deciso di aderire all'Unione Europea e/o alla NATO devono essere lasciati liberi di farlo e nessuno – né Trump né Putin – può fermarli in nome di nuove spartizioni del mondo.

Una situazione politica come questa avrà delle ricadute sul tessuto socio-economico: quali gli effetti?

Le conseguenze ci saranno. I dazi colpiranno la moda e i beni di lusso, il che ci riguarda da vicino come Italiani e Biellesi, o l'agroalimentare. Ma anche qua “ex malo bonum”. L'Europa ha comprato ancora gas dalla Russia, ma oggi ha differenziato molto il suo approvvigionamento e ha capito che non si può dipendere solo dal gas russo. Quanto ai dazi contro l'UE, quest'ultima risponderà e anche gli USA avranno contraccolpi durissimi. L'autarchia in un mondo aperto, interdipendente, non paga. Noi dobbiamo – come UE – continuare a batterci per un mondo aperto, multiculturale multipolare, per un'economia integrata perché questi sono i nostri valori. Ma dobbiamo farlo senza le ingenuità degli ultimi 20 anni! Con i Trump, i Putin, i Xi Jin Ping, non si può essere ingenui perché a certi livelli l'ingenuità diventa complicità. Io spero che l'alleanza tra Europa e USA non venga meno. Su questo punto la Premier ha ragione: bisogna fare di tutto per non distruggere la solidarietà euroatlantica. Ma senza vassallaggi, senza cadere nel tranello trumpiano del “divide et impera”. Fuori dall'UE il rapporto dei singoli Stati nazionali con gli USA può essere solo di vassallaggio. Non è la nostra storia! Da De Gasperi a Craxi, da Moro a Spadolini, da Monti a Draghi, da Renzi a Gentiloni, la nostra storia è stata di alleanza con gli USA senza vassallaggi e, contemporaneamente, di avanguardia nel volere un'Europa sempre più unita ed integrata. Anche militarmente! Questa è la nostra storia democratica da cui non c'è nessuna ragione per deflettere. Anche con gli amici, a volte, occorre essere rigidi, anche nel loro interesse, nella speranza che cambino idea.

Redazione g. c.

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