COSTUME E SOCIETÀ - 26 marzo 2025, 16:13

Mario Soster, Past President della Sezione di Varallo del Club Alpino Italiano, ricorda l’operato dell’Amico Renzo Tosi

Mario Soster, Past President della Sezione di Varallo del Club Alpino Italiano, ricorda l’operato dell’Amico Renzo Tosi

Il 21 marzo 2024, venne a mancare Renzo Tosi, imprenditore industriale e alpinista, socio proboviro della Sezione di Varallo del Club Alpino Italiano, lasciando grande traccia del suo fattivo operato.

Noi, Renzo ed io, siamo nati all’alba del secondo conflitto mondiale (ci dividevano tre anni esatti), del quale abbiamo vissuto da bambini tutte le atrocità: lui di famiglia numerosa, autoctona valsesiana, io con la mia emigrata nel 1947 dall’Altopiano di Asiago, per la quasi completa distruzione del territorio a causa della guerra, cercando una sorte migliore a Varallo, dove in seguito ho vissuto la mia gioventù e continuato la mia vita con tutti gli inconvenienti e le ristrettezze economiche che essa si era trascinata dietro. Mio padre era invalido civile, di mestiere boscaiolo e carbonaio, con possibilità di lavoro limitate e con a carico moglie e quattro figli, di cui il maggiore ero io: morì nel 1963 a soli 54 anni. Io ripresi le scuole elementari e le terminai in Valsesia a undici anni: la quarta a Roccapietra e la quinta a Varallo, nel 1949. Ovviamente non potevo aspettarmi tre mesi di vacanza e mio padre si preoccupò di cercarmi subito una occupazione lavorativa per contribuire al magro reddito famigliare. Mi trovò da lavorare come garzone, come era abitudine allora, in aiuto ai montanari che utilizzavano in estate i loro alpeggi in alta quota e necessitavano di manodopera a basso costo. Così la mia estate la trascorsi due mesi all’alpe Selle di Sopra 1.680 m, a monte della frazione Molino 1.087 m. di Rimasco e l’ultimo mese, settembre, all’alpe Pianelle 1.230 m. vicino a Carcoforo (ora diruto in seguito a valanga). Il mio lavoro era di provvedere al mattino alla pulizia della stalla dalle deiezioni del bestiame e poi di accudire le mucche al pascolo durante il resto della giornata. Un giorno alla settimana, scendevo a valle e rientravo all’alpe per i bisogni che si verificavano periodicamente. Mia madre mi accompagnò con la corriera di linea fino a Rimasco e poi si proseguì a piedi fino alla frazione Molino, portando con me i pochi indumenti disponibili ed un paio di scarponcini vecchi, che dopo solo due mesi d’uso erano quasi distrutti. Mi ricordo che all’alpe Pianelle la loro suola scomparve e la cute sotto i piedi diventò talmente spessa ed insensibile da sostituirla. A fine settembre, i figli dell’alpigiano, mi riportarono a Varallo comprandomi qualche indumento nuovo, avvisando mio padre di venirmi a riprendere. Mi ricordo che chiese loro, quale compenso per i tre mesi lavorati, la somma di lire 10.000, che giudicarono eccessiva ed esosa, ma gliela diedero ugualmente. In seguito ogni estate, fino al termine dell’Avviamento Commerciale, e ancora, dopo la prima classe della nuova istituita Scuola per esercitare l’impiego di Computista Commerciale, presso il Parco d’Adda, continuai a passarla lavorando, però mutando lavoro, diventai apprendista tornitore, presso alcune Aziende di rubinetteria di Quarona. Non ottenni il diploma perché dovetti cessare di frequentare l’ultima classe della scuola, per contribuire al reddito famigliare a causa del peggioramento delle condizioni di salute di mio padre.

Queste premesse servono a capire quale fosse il legame di conoscenza e la solidale amicizia che mi legò a Renzo e alla sua famiglia. In montagna conobbi quale compagno di avventura, suo fratello Angelo, mio coscritto che, nel vicino alpeggio, faceva il mio stesso lavoro, a servizio della sorella del mio padrone. Anche Renzo prima di me era stato a servizio negli alpeggi di Rassa. In seguito ci furono tra noi solo incontri occasionali. Io ormai inserito nel mondo del lavoro quale apprendista, poi a tempo pieno, operaio tornitore in alcune rubinetterie di Quarona e Borgosesia. Mi rammaricai di non aver potuto completare gli studi che mi avrebbero permesso un impiego ed un futuro migliore. Con determinazione decisi di riprenderli, studiando a casa da privatista per corrispondenza, tramite la Scuola Elettra di Roma. Di ogni classe persa ogni anno studiavo le materie, presentandomi poi agli esami presso le Scuole Statali pubbliche, prima a Novara, infine qui a Varallo dove era stata istituita e completata la Scuola di Ragioneria. Nel 1962 riuscii ad ottenere il sospirato diploma di Ragioniere. Ovviamente mi dovetti scordare, salvo casi sporadici, della mia passione per le escursioni in montagna.

Renzo e i suoi fratelli Angelo, Bartolomeo, Giovanni Giuseppe, Mario e la sorella Mariuccia, sotto la spinta di Leo Colombo e Andrea Piana, con altri numerosi amici, soci del C.A.I. Varallo, diedero vita al “Gruppo Camosci”, prendendo come prima sede delle attività, una baita con tetto di paglia (“taragn”), a 1.222 m. all’alpe Piane di Cervarolo. L’iniziativa fu propiziata dall’intervento di Ovidio Raiteri che nel 1955 portò alla fondazione del VIII° Delegazione del C.N.S.A. Valsesia-Valsessera e della stazione di Varallo, composta da ventotto uomini, capitanata inizialmente da Leo Colombo. Il decennio 1960-1970, fu contrassegnato dal boom economico, col sorgere di nuove attività artigianali e industriali, che coinvolse chi aveva intraprendenza e volontà di migliorare le proprie condizioni economiche. Anch’io lo feci, senza non pochi ostacoli, licenziandomi dal mio ultimo datore di lavoro. Avviai un’officina di minuterie metalliche in regione Aniceti di Varallo. Stessa cosa fece l’amico Renzo, poco distante, alle Piane Belle. Fu l’occasione per ritrovarci e riprendere le relazioni di gioventù. Con esperienze diverse nel passato lavorativo, lui di tecnico esperto, io di dirigenza lavorativa in fabbrica, ci scambiammo aiuto reciproco rafforzando la nostra amicizia. Riprendemmo a fare ascensioni insieme sulle nostre montagne, quando gli impegni di lavoro ce lo permettevano. Nel 1968 il Gruppo Camosci lo nominò Presidente. Fu allora che mi chiese di iscrivermi al C.A.I. Varallo e di entrare a far parte ufficialmente del Gruppo Camosci, cosa che feci nel 1971. Fui accolto con grande entusiasmo da parte dei soci nella loro Assemblea di quell’anno, al punto che addirittura nella votazione del nuovo Consiglio Direttivo, mi chiesero di farne parte. Renzo fu Presidente fino al 1979.

Nel decennio che seguì, nella Sezione C.A.I. di Varallo, fu animata da un fervore di iniziative da parte di tanti nuovi soci. I “Camosci” avevano già istituito al loro interno un Corso di Alpinismo autonomo. Nel 1971 mi iscrissi ad esso per migliorare le mie conoscenze di arrampicata alpinistica che sovente compivo in solitaria, quando per mancanza di tempo non riuscivo a frequentare quelle programmate dalla Sezione. Nel decennio di presidenza di Renzo vi fu all’interno della Sezione una vera esplosione di attività. In breve tempo, si formarono quasi tutte le Commissioni attuali: Alpinismo, Alpinismo giovanile, Sci-alpinismo, Corale, Foto-cine-video, Manifestazioni, Montagna Antica Montagna da salvare, Punti di Appoggio, Gestione Rifugi, Scientifica, Segnaletica. Feci parte di alcune e in quel periodo partecipai a due Corsi istituiti dal C.A.I. Centrale di una nuova Commissione, inizialmente chiamata C.C. Protezione Natura Alpina (modificata in seguito in: “Tutela Ambiente Montano”), il primo nel Parco Naturale d’Abruzzo, l’altro l’anno successivo in quello del Gran Paradiso, entrambi di una settimana, conseguendo il titolo di Esperto Nazionale T.A.M. Ciò mi permise di istituire in ambito sezionale i primi Sentieri naturalistici della nostra Valsesia (il lago di Sant’Agostino, il Sentiero delle Felci di Boccioleto, il Sentiero Camosci di Rimella, il Giardino botanico “Fum Bitz” di Alagna). Nel 1979 Renzo lasciò la Presidenza “Camosci” e il sottoscritto lo sostituì fino al 1982. Sempre nel 1979 nella Sezione vi furono importanti cambiamenti per le direttive gestionali. Vennero cambiati Statuto e Regolamento. I consiglieri eletti furono portati al numero di quindici, con durata in carica triennale, rieleggibili una sola volta, compreso anche il Presidente sezionale. Nel 1985 scadde anche il nuovo Presidente della Sezione, Guido Fuselli, che aveva sostituito Gianni Pastore, Presidente dal 1959. Lo stesso anno ebbe termine anche il mio primo triennio di Consigliere sezionale, seguito a quello di Presidenza nel Gruppo Camosci, (incarico successivamente assegnato a Benito Ferrari). Vi fu un momento di incertezza. Nessuno dei possibili candidati alla Presidenza, per valide ragioni, o impedimenti vari, lo volle fare. Alcuni consiglieri puntarono sulla mia candidatura. Alle loro pressanti richieste ebbi un momento di riflessione e di indecisione, ma avuto un possibile futuro sostegno da parte di molti di loro, infine accettai. Fu quello il mio primo mandato di Presidenza, concluso nel 1988: in quegli anni la Sezione C.A.I. Varallo ottenne in donazione le proprietà immobiliari dal prof. Pier Ugo Tirozzo di Fobello, la cui abitazione venne poi trasformata in Museo dove fu ospitato l’antico Erbario Carestia. La mia scadenza statutaria comportò la nomina di un nuovo Presidente. Fu eletto il socio Gabriele Cairo per il periodo 1988-1991. Egli alla fine del suo mandato avrebbe avuto la possibilità di nuova elezione, ma non accettò per suoi vari impegni professionali. Il Consiglio di Sezione quindi dovette passare per statuto ad un’altra candidatura: mi fu chiesto con insistenza di ricandidarmi, e venni eletto nuovamente Presidente della Sezione. La mia carica durò fino al 1997. In tale periodo la Sezione raggiunse la più alta quota di iscritti: si arrivò a 3.440 soci. Nel 1993 fu costruito un nuovo rifugio in Val Vogna, all’alpe Pile, a 2.201 m., in sostituzione del vecchio Punto di Appoggio del Rissuolo, battezzato: “Rifugio Antonio Carestia al Corno Bianco”.

Si susseguirono nuovi presidenti sezionali e numerosi soci, in particolare Renzo, che con il contributo della loro attività, resero importante il valore associativo della Sezione valsesiana. Renzo fu sempre un attivo collaboratore, finché non subì un grave infortunio che ci privò del suo supporto.

Al suo funerale una gran folla, dimostrò la grande stima della quale godeva.


Mario Soster Past President - Sezione di Varallo Club Alpino Italiano