/ Borgosesia

Borgosesia | 26 marzo 2025, 11:28

“Per Franca Tonella Regis" a Borgosesia, Teatro Pro Loco FOTO

“Per Franca Tonella Regis" a Borgosesia, Teatro Pro Loco

“Per Franca Tonella Regis" a Borgosesia, Teatro Pro Loco

Franca Tonella Regis, scomparsa nell’agosto 2024, ha lasciato un grande vuoto nella Cultura valsesiana: non c’era argomento o personaggio del quale non si fosse occupata, studiandolo, raccogliendo documenti, intervenendo sempre in modo puntuale e appropriato, mai fazioso. Sabato 22 marzo al Teatro Pro Loco di Borgosesia,  la Società Valsesiana di Cultura, con il supporto del Comune e della Consulta, ha organizzato un incontro animato da più voci di amici e collaboratori per ricordare la Persona determinata e accogliente, l’innovativa Presidente della Società Valsesiana di Cultura per quarant’anni, l’insegnante che per oltre trent’anni ha insegnato Italiano e Latino al Liceo “Gaudenzio Ferrari” di Borgosesia, trasmettendo e formando gli allievi attraverso le discipline umanistiche, l’instancabile organizzatrice di incontri, convegni, mostre.

Sullo schermo alle spalle del palco scorrevano decine di immagini che ripercorrevano momenti diversi, familiari e pubblici, della vita di Franca Tonella Regis. L’incontro si è aperto con il saluto del Sindaco della Città di Borgosesia, Fabrizio Bonaccio, che ha ricordato come il Professor Giuseppe Regis Milano fosse stato Sindaco e come Franca abbia aperto un cammino di cultura improntato al rispetto e alla collaborazione, dell’Assessore Gianna Poletti la quale, rammaricandosi di non averla personalmente conosciuta, l’apprezza attraverso quanto ha costruito in anni di relazioni, studi e ricerche. A nome della Consulta ha parlato il Professor Bruno Rinaldi: “Franca, al di là dell’apparenza compassata e misurata, all’atteggiamento di fermezza e rigore, era una donna di Passione, per la letteratura, la poesia, l’arte, la cultura, in senso più ampio per la Vita. Questa passione l’ha trasmessa nei diversi ambiti in cui ha operato: mi auguro che la nostra Consulta sia sempre ispirata da questa grande Passione”.

La Presidente della Società Valsesiana di Cultura, Professoressa Donata Minonzio, ha ringraziato per la loro presenza l’Assessore alla Cultura dell’Unione Montana dei Comuni, Attilio Ferla e tutti i Sindaci ed ex Sindaci presenti tra il numeroso pubblico, memori dell’operato per la Valsesia di Franca, ed Enrico Pagano, Direttore dell’Istorbive, che ha accettato di fare da moderatore all’incontro. Pagano premettendo che questo primo incontro per Franca, “sul filo delle emozioni”, dovrà essere la premessa per il successivo studio scientifico dei suoi lavori: “Frammenti di memoria che compongono in ciascuno un caleidoscopio diverso, perché Franca ha fatto scuola, sia dal punto di vista istituzionale che culturale”. Don Mario Perotti, già direttore dell’Archivio Diocesano di Novara, studioso di storia della chiesa, ha sottolineato come gli studi di Franca abbiano segnato una sorta di ideale spartiacque tra i risultati del III Congresso piemontese di antichità ed arte, tenutosi a Varallo nel 1960 e il dopo: “Sembrano passati anni luce, sia a livello di metodologia di studio, che di contenuti e approfondimenti”. Nel 1967 uscì il primo numero di Novarien, la rivista dell’Associazione di storia della chiesa novarese e Franca fu cooptata nella redazione, partecipando con entusiasmo e passione ai periodici incontri, accanto al compianto Professor Pier Giorgio Longo, il più geniale interprete della storia della nostra Diocesi: “Imparò il mestiere dello storico praticandolo, prima artigianalmente e poi in maniera scientifica. I suoi saggi scritti seguendo i metodi proposti dalla Nouvelle Histoire de Les Annales, contengono la storia degli uomini della valle.

Fece rivivere Panasia, seguendo le orme di André Vauchez, il maggior storico della santità laica medievale. In una Valle che produceva più uomini che grano, studiò a fondo i flussi migratori, in tutti i loro risvolti”. I numerosi esempi della genialità di Franca, citati da Don Perotti, saranno leggibili quando le relazioni della Giornata saranno pubblicate. Il Professor Casimiro Debiaggi, decano degli storici dell’arte valsesiani e ultimo superstite dei Soci Fondatori nel 1957, non ha potuto essere presente, ma ha mandato una lettera che è stata letta e appezzata dal pubblico perché connetteva Franca alla Società e ne sottolineava la dedizione, l’intelligenza e la capacità di rapportarsi con altri studiosi, senza mai essere prevaricante. Enrica Ballarè ha improntato la sua relazione nell’illustrare: “Le sue capacità e il suo talento per lo studio e l’insegnamento del metodo di studio, la capacità di stabilire rapporti umani significativi e duraturi. Nei lunghi anni della sua Presidenza, nelle stanze di Palazzo Castellani si respirava un’atmosfera distesa e piacevole, un clima propizio alla collaborazione e alla condivisione: seppe creare un gruppo di collaboratori che lavorò con lei nei decenni.

L’emigrazione dei valsesiani fu uno dei suoi temi prediletti, che ne catalizzarono l’attenzione, le energie e le risorse: i risultati non mancarono”. Il pomeriggio è stato intervallato da letture condotte da Alberto Regis Milano, figlio di Franca, avvocato, Presidente di Agape, ma anche dotato di grande talento teatrale: “Ricordare la Mamma non è poi così facile per noi figli, quindi ci è sembrato opportuno partire da quel libricino di memorie che pubblicò nel 2013, nel decennale della scomparsa di Papà: I soldati e la bambina. Mamma ebbe l’infanzia segnata dallo scoppio della seconda guerra mondiale, conobbe, attraverso le parole sussurrate dagli adulti, la violenza degli eccidi, visse i giorni della Liberazione, festeggiò il 1 maggio 1945 con una bella coccarda tricolore appuntata sul vestito”. Dominique Rigaux, docente universitaria francese, ideatrice del progetto europeo Préalp, è tornata in Valsesia dopo più di dieci anni di assenza, per rendere omaggio alla fruttuosa collaborazione scientifica con Franca, ma anche per l’altrettanto prezioso risvolto umano: “Préalp era un censimento delle pitture murali delle regioni alpine, nato con l’obiettivo di creare un database iconografico: Franca pur non amando i computer, entrò nel team di Préalp nel 1996, operò in modo intelligente e costruttivo, comprendendo tutti i vantaggi  che quel programma informatico europeo avrebbe recato alla ricerca. Nel 1997 portò a Borgosesia la mostra che accompagnava il progetto.

La Società pubblicò il primo volume della Collana di studi legata al progetto, a firma di Donata Minonzio che censì e studiò gli affreschi della Val Sermenza. Franca resta un esempio per tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di lavorare con lei”. Nel volume miscellaneo curato dal Professor Gianpaolo Garavaglia, “Valsesia Sacra”, pubblicato nel 2009 come omaggio a Franca, curai l’introduzione ed una bibliografia cronologica degli scritti, dai quali rimasero però esclusi gli articoli pubblicati da Franca sull’amato Corriere Valsesiano. Grazie a questa occasione, che mi vede nella triplice veste di Amica e collaboratrice di Franca, Direttore della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo che lei frequentò e scelse come luogo per celebrare il trentesimo anniversario di fondazione della Società e come attuale membro del Consiglio Direttivo, ho cominciato a colmare questa lacuna, per ora circoscrivendo l’analisi al quarto di secolo compreso tra il 1985 e il 2010. I suoi interventi non furono molti, ma densi di contenuti e sempre suscitarono ampia risonanza.

Ricordando i più significativi emerge la sua centralità di intellettuale nella società valsesiana, voce autorevole che scopriva, valorizzava aspetti della storia e della cultura. Riconoscibile non perché si mettesse in mostra, ma perché partecipava anche alle manifestazioni non organizzate da lei o dalla Società. Nel secondo intermezzo Alberto Regis ha fatto rivivere l’amore viscerale di Franca per i classici, declamando Petrarca e Dante: “Il canto di Ulisse è emblematico della passione per il sapere, della curiosità infinita verso il nuovo, dell’amore per la conoscenza”. Massimo Bonola si è soffermato su tre aspetti che hanno segnato una svolta significativa dall’inizio della sua Presidenza, alla fine del 1977, anni in cui c’era una crescente richiesta di cultura e di partecipazione. La pubblicazione della Storia della Valsesia in Età Contemporanea di Enzo Barbano creò la “cornice” ideale e il “modello” in cui inserire altre ricerche sulla storia della Valle.

Nel 1976 Franca aveva collaborato attivamente con l’Ingegner Arialdo Daverio per far nascere il primo Museo della Cultura Walser a Pedemonte e fu autrice di alcune parti del catalogo. Straordinaria fu la “stagione dei convegni”, avviata nel 1983 con: La strega, il teologo, lo scienziato, proseguita nel 1988 con: l’Emigrazione dei Valsesiani nell’Ottocento, che furono le premesse per il grande lavoro del decennio successivo: 1997 – 2007, in cui si susseguirono ben dieci convegni, dei quali furono pubblicati gli Atti: “Fu una stagione eccezionale e irripetibile, dal Borgo Franco di Seso ai Rolandi, a Nicolao Sottile, a Donne di montagna, al Mutamento di dominio, ai Centocinquant’anni dell’Unità d’Italia. Franca seppe motivare e coinvolgere le amministrazioni e creare partecipazione.

I temi di quei convegni, ripresi uno ad uno, potrebbero essere le tracce per progettarne di nuovi”. Per Bonola Franca diede il meglio di sé nella storia sociale, quando si occupò di donne, famiglie, esposti, società alpine, devozione popolare: “Erano temi di confine, studiati con elementi di criticità nella ricerca e nel vissuto individuale e collettivo, introducendo due elementi che oggi sono imprescindibili: lo studio diretto delle fonti e l’impostazione metodologica”. A tutto questo si aggiunge la fondazione del De Valle Sicida nel 1990, anno della morte di Carlo Guido Mor, che fece da ponte tra due epoche, . La rivista divenne una sorta di contenitore archetipo cui attingere per scrivere: La Storia della Valsesia Moderna, coordinata da Tortarolo, pubblicata dall’Università del Piemonte Orientale nel 2015. Oggi – ha annunciato Bonola - è in corso la pratica per il riconoscimento della validità scientifica nazionale della Rivista, del quale certo Franca sarebbe orgogliosa. L’ultimo intervento è stato quello della Presidente attuale, Donata Minonzio, dedicato alla figura di Franca come insegnante.

Grande commozione ha suscitato la proiezione di alcuni spezzoni di un’intervista a Franca, girata nel 1993, sul Liceo Scientifico di Borgosesia, in cui emergono le caratteristiche che dovrebbe avere l’insegnante: “Nessun atteggiamento giovanilistico: niente pacche sulle spalle, confidenze né richieste né date: i ragazzi sanno a distanza capirci e valutarci per quello che siamo, ricordando sempre che il rapporto tra docenti e studenti è sempre reciproco, è un’attività tra Persone”. Franca Tonella Regis insegnante è sempre stata rispettata per la sua cultura, Minonzio ha sottolineato che sapeva che a volte la sintonia non è immediata, che non era necessario ricercare sempre il consenso, ma che bisognava, in ogni caso, rispettare i ruoli: “Era attenta al risvolto umano e personale, ma il piano metodologico e disciplinare era un aspetto centrale del suo insegnamento: occorreva sempre partire dal testo. Fece scelte coraggiose nell’adozione dei libri di testo, offrendo ai ragazzi la possibilità di misurarsi con testi critici, magari di complessa interpretazione, che esprimevano opinioni divergenti”.

La Presidente ha concluso l’incontro annunciando che, grazie alla generosità di due soci, membri del Consiglio Direttivo, per tre anni sarà istituita una borsa di studio in ricordo di Franca, destinata ai migliori allievi del Liceo Scientifico, che abbiano dimostrato una speciale propensione nelle materie umanistiche. Enrico Pagano, raccogliendo le molte sollecitazioni giunte dagli interventi, ha ricordato che la cultura valsesiana locale può essere studiata e valorizzata solo se dialoga con il mondo, senza nessun timore nel confronto, perché come Franca ha dimostrato: “La nostra cultura ha dignità pari a quella di tutte le altre culture: è necessario quindi continuare a studiare e a valorizzare la storia del nostro territorio”. Alberto Regis ha suggellato l’incontro con la declamazione de L’infinito di Leopardi e della parte finale dell’ultima cantica della Divina Commedia. Il nuovo De Valle Sicida 2024, dedicato a Franca Tonella Regis, è stato ufficialmente consegnato a Michele, Alberto e Agata Regis.

Piera Mazzone

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore