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Gattinara | 26 marzo 2025, 11:20

Rotary Club di Gattinara presenta l'Associazione Donatori Midollo Osseo FOTO

Rotary Club di Gattinara presenta l'Associazione Donatori Midollo Osseo

Rotary Club di Gattinara presenta l'Associazione Donatori Midollo Osseo

Il 20 marzo all’Istituto Alberghiero di Gattinara  è stata ospitata una serata organizzata dal Rotary Club Gattinara in Interclub con sette club rotariani del territorio: Orta San Giulio, Borgomanero Arona, Pallanza Stresa, Viverone Lago, Novara San Gaudenzio, Vercelli, Valsesia, alla quale ha partecipato anche la Past Governatrice, Giovanna Mastrottisi.

Alla serata sono stati invitati come relatori: Maria Cristina Rondon, Presidente Comitato ADMO Cossato Biella “Beatrice Rondon”, e membro del Direttivo Regionale ADMO e Danilo Leonardi, che nel 2018 ha creato il Comitato ADMO di Borgomanero “Roberto Giordani”, oggi presieduto da Ludovico Baldi.

Dopo l’ottima cena, arricchita dai formaggi della Latteria Sociale di Cameri donati dal Presidente e socio del Rotary Club Gattinara, Fiorenzo Rossino, Angela Maria Vicario, Dirigente dell’Istituto Alberghiero, ha presentato tutti i collaboratori della serata: i docenti e i ragazzi che hanno prestato servizio in cucina, in sala e all’accoglienza.

 “La serata” ha spiegato la Presidente Anna Zana“è nata non per raccogliere fondi, ma per sensibilizzare all’argomento e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone nelle “tipizzazioni”, ampliando il registro dei potenziali donatori. Il 24 marzo 2004 a mio figlio Leonardo fu diagnosticata la leucemia: il mondo mi crollò addosso. Dopo il percorso di cura per fortuna mio figlio è guarito ed è qui con noi questa sera, ma io vorrei fare qualcosa anche per gli altri ammalati e quindi, in accordo con il mio Consiglio Direttivo, ho dato vita a questa serata per sensibilizzare rispetto al tema donazione, ricordando che la compatibilità tra donatori e persone malate è bassissima, pari a uno su centomila, quindi diventa fondamentale poter avere a disposizione il maggior numero possibile di potenziali donatori”.

Maria Cristina Rondon, ha parlato della propria esperienza e della morte per leucemia della nipotina Beatrice, a soli dodici anni: “La donazione di cellule staminali emopoietiche è un argomento poco conosciuto, eppure si può salvare una vita senza perderci nulla, perché le cellule del midollo si riproducono immediatamente. Trent’anni fa si parlava poco di leucemie, ma al quarto piano dell’Ospedale Regina Margherita di Torino c’erano cinquanta camere sempre tutte piene. La salvezza rispetto alla malattia è rappresentata da un potenziale donatore: un gemello genetico nel mondo lo abbiamo tutti: non c’è niente di più bello che salvare una vita con un gesto di solidarietà che non ci costa nulla”. L’Associazione Donatori Midollo Osseo è nata con lo scopo principale di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere, attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo, le leucemie, i linfomi, il mieloma e altre neoplasie del sangue. Nel 1990, anno di nascita di ADMO, i donatori italiani erano 2.500. In questi anni l’attività di ADMO sul territorio ha portato all’iscrizione di 512.194 potenziali donatori al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo (IBMDR), ma di questi solo il 17,6% è rappresentato da giovani: è quindi importante diffondere l’informazione, nelle scuole, nelle palestre, nei campi sportivi, sensibilizzando i giovani. Danilo Leonardi ha poi illustrato il percorso che porta alla donazione di cellule staminali emopoietiche. Le CSE sono contenute nel midollo osseo, nelle ossa lunghe del nostro corpo. Per essere tipizzati e iscritti al registro dei donatori è sufficiente sottoporsi ad un prelievo di sangue o di saliva. La donazione può avvenire fino a cinquantacinque anni. Il secondo passo, verificata la compatibilità, è il prelievo, che avviene attraverso due modalità: dalle creste iliache in anestesia, e dura circa quarantacinque minuti. La persona che deve essere sottoposta a trapianto viene preparata con cicli di chemio e di radio per debellare tutte le cellule staminali emopoietiche dal suo midollo, azzerandone tutte le difese immunitarie, rendendola pronta a ricevere le CSE sane del donatore. Il secondo metodo, che caratterizza oggi l’85% delle donazioni, è attraverso prelievo del sangue.

Per coloro che non hanno un donatore consanguineo la speranza di trovare un midollo compatibile per il trapianto è legata all’esistenza del maggior numero possibile di donatori volontari tipizzati, dei quali cioè sono già note le caratteristiche genetiche. ADMO svolge un ruolo fondamentale di sensibilizzazione, fornisce agli interessati tutte le informazioni sulla donazione del midollo osseo e segue il potenziale donatore fino alla tipizzazione HLA e quindi alla sua iscrizione nel Registro Italiano Donatori Midollo Osseo (IBMDR) nel più assoluto rispetto della normativa sulla privacy.

Leonardi, medico dentista, è stato donatore di midollo e ha raccontato la sua esperienza, ricordando che dopo aver donato a giugno, a dicembre ricevette una lettera scritta in inglese dove lo si ringraziava di aver permesso alla ricevente di fare da mamma alle sue nipotine, figlie della sorella, anche lei ammalata di leucemia, che era morta non avendo trovato un donatore. Dopo cinque anni Leonardi ricevette una lettera in cui la persona gli comunicava di essere perfettamente guarita e lo ringraziava.

Il socio rotariano Paolo Gamalero, che donò il midollo nel 1998, presso l’Ospedale Le Molinette di Torino ha raccontato la sua esperienza, sottolineando di non aver provato alcun dolore e di essere stato monitorato prima e dopo in modo eccellente.

In Italia ogni anno circa settemila-novemila persone sviluppano forme diverse di leucemia: con la terapia si può ottenere la remissione della malattia, o la guarigione. Alessandro Grazioli, giovane della diocesi di Novara, all’età di ventisei anni, è stato colpito da leucemia acuta fulminante, che, in soli centoquaranta giorni, l’ha portato a morte. Purtroppo Alessandro era chemioresistente e non ha potuto essere sottoposto al trapianto di midollo, però dall’ospedale ha voluto farsi testimonial della campagna per la donazione del midollo, che ha avuto un incremento significativo, schizzando a mille persone che si sono sottoposte a tipizzazione. La storia di Alessandro è diventata un libro: “Non è colpa del Violino”, iniziato da Alessandro stesso e terminato dal papà Graziano: i proventi della vendita del libro andranno tutti devoluti all’ADMO e all’AIL, Associazione Italiana Leucemie, che non ha un compito divulgativo, ma si occupa di offrire sostegno alle persone ammalate e ai loro familiari, mentre ADMO cerca persone disposte a salvare vite umane.

La serata si è conclusa con l’invito a trovare molte persone, meglio giovani, disposti a farsi tipizzare per salvare più vite possibile.

Piera Mazzone

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