Sono 35.835 i nuclei famigliari che in Piemonte ricevono l'assegno di inclusione, per un totale di 72.520 persone coinvolte. Cifre che collocano la regione in una zona medio bassa della graduatoria nazionale, alle spalle non solo di quasi tutte le regioni del centro sud, ma anche di un territorio del Nord come la Lombardia, che conta per esempio 48.445 famiglie e 97.434 persone in tutto.
I dati sono stati diffusi dall’Inps che ha pubblicato l’aggiornamento dell’Osservatorio statistico relativo all’Assegno di Inclusione (ADI) e al Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), le due misure che, a partire rispettivamente da gennaio 2024 e da settembre 2023, hanno sostituito Reddito e Pensione di Cittadinanza.
Dai dati emerge che, al 31 dicembre 2024, i nuclei familiari con domanda accolta per l’Assegno di Inclusione in tutta Italia sono poco meno di 760mila, coinvolgendo complessivamente 1,82 milioni di persone.
L’importo medio mensile è di 620 euro, con una maggiore concentrazione dei beneficiari nelle regioni meridionali, in linea con la precedente misura del Reddito di Cittadinanza.
Nel mese di dicembre 2024 il numero di nuclei beneficiari di pagamenti ADI è stato pari a quasi 608mila con importo medio erogato di 627 euro. Per questi 608mila nuclei si evidenzia che in 235 mila sono presenti minori; in 229 mila sono presenti disabili; in 302 mila sono presenti persone di almeno 60 anni di età; in 12 mila ci sono persone in condizioni di “svantaggio”.
Per quanto riguarda il Supporto per la Formazione e il Lavoro dall’inizio della prestazione (settembre 2023) sono 133mila le persone che hanno percepito almeno un pagamento, con una prevalenza di beneficiari nelle regioni del Sud e nelle Isole. Dopo oltre 12 mesi, a dicembre 2024, i beneficiari in pagamento sono circa 68mila, il 48% appartiene alla fascia di età compresa tra i 50 e i 59 anni, a conferma dell’efficacia della misura per la riqualificazione di una fascia d’età tradizionalmente più vulnerabile nel mercato del lavoro.