Giovedì 22 febbraio a Varallo, presso l’Istituto Alberghiero “G. Pastore”, è stata inaugurato il corso di cucina: “Cibo, gusto e salute”, organizzato in collaborazione con la LILT, Lega Italiana Lotta Tumori, articolato in cinque incontri tematici, uniti dall’obiettivo finale: “Guadagnare salute con la LILT”. L’idea di base è la collaborazione con le scuole che promuovono salute, adottando stagionalità, tipicità e dando valore ai prodotti locali: “La biodiversità in Valsesia, nelle Terre Alte, è ricchissima, poiché non esistono colture intensive e quindi i prodotti sono di qualità. La LILT si propone di valorizzare la piccola produzione e dare il giusto valore al cibo artigianale”.
Ideatrice del corso, al quale si sono iscritte una ventina di persone, è stata la fiduciaria locale della LILT: Antonietta De Simone, che ha trovato la collaborazione della Dirigente Scolastica Angela Maria Vicario. Al primo incontro la Vice Presidente dell’Associazione Provinciale di Vercelli della LILT, Dottoressa Anna Maria Canton, ha introdotto l’iniziativa a partecipazione libera e gratuita, avviata per: “Far passare notizie di buona salute: i ragazzi dell’Istituto Alberghiero sono stati invitati a creare la piramide alimentare per la montagna, che sarà portata a Roma per essere proposta alla LILT nazionale”. La Professoressa Vicario ha presentato l’Istituto, la Professoressa Eleonora Gioria, che insegna Scienza e Cultura dell’Alimentazione, lo chef, Professor Giorgio Anselmetti, ed i suoi collaboratori, tre ragazzi del corso di cucina che frequentano il quinto anno, seri e motivati, con esperienze in alberghi importanti: “I nostri studenti a sedici anni hanno già fatto il corso della sicurezza e cominciano a fare stages in vari alberghi, da noi selezionati in base alle potenzialità di apprendimento, al rispetto, nel linguaggio e nei modi, e anche alla bellezza, un elemento importante, del quale abbiamo assai bisogno per crescere in modo armonico”.
Il tema della prima serata era: Cucinare con i legumi, ricordando che andrebbero mangiati almeno tre volte la settimana. Con il termine legumi botanicamente intendiamo: ceci, fagioli, fagiolini, fave, lenticchie, piselli, taccole, soia, arachidi, carrube, cicerchie, caiano, fieno greco, ma per i professionisti della ristorazione il termine è inteso come in francese e indica estensivamente le verdure.
“Corrette abitudini alimentari non significa mangiare cibi bolliti e senza sale. Prima concentriamo i sapori e poi li diluiamo”: ha spiegato Anselmetti, premettendo che tutte le ricette presentate sarebbero state facilmente riproducibili a casa con le attrezzature familiari: “Il gusto è qualcosa di molto personale e quindi non è detto che quanto verrà proposto piaccia, ma le tecniche utilizzate sono giuste e i nostri ragazzi fortemente motivati”.
Il menu della serata, sostenibile per il pianeta perché queste coltivazioni richiedono poca acqua, indicato per un’alimentazione corretta, offrendo molte proteine, prevedeva: hummus di ceci, involtini di verza, patata e formaggio, un cibo che caratterizza l’alimentazione di tutto l’arco alpino, broccoli in pasta fillo, hamburger di lenticchie e fagioli all’uccelletto. Ogni preparazione era illustrata e realizzata davanti al pubblico, con interventi della Professoressa Gioria e della Dirigente Vicario che illustravano le caratteristiche dei vari legumi, spiegandone l’origine: “I ceci, come le lenticchie, sono di origine mediorientale, molto proteici e con l’acqua di bollitura si possono anche preparare spume o meringhette per accompagnare i piatti”. Nella serata sono stati anche ricordati i racconti biblici legati a questi legumi.
Anselmetti ha sottolineato che: “Per cucinare occorre prendersi del tempo, che è anche un modo per prendersi cura, utilizzare materie prime di ottima qualità, preferendo le verdure di stagione e quelle prodotte sul territorio, e soprattutto organizzarsi nella spesa e nel lavoro di preparazione del cibo: è molto utile crearsi un menu settimanale e programmare gli acquisti in funzione di ciò che verrà cucinato”.
Tra gli ingredienti utilizzati c’erano anche i broccoli, cibo di stagione, quindi è stato spiegato che: “Le Crucifere, cavoli, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, sono varietà particolarmente ricche di molecole solforate che sprigionano il caratteristico, persistente, odore durante la cottura, che deve sempre essere al dente, perché, se prolungata, porta alla distruzione delle molecole protettive. Tutte le verdure vanno lavate molto bene, ma specialmente le crucifere, che spesso sono depositarie delle uova delle cavolaie”.
Gli assaggi dei cibi offerti a tutti i partecipanti sono stati tutti molto graditi: un’alimentazione sana e gustosa, completa dal punto di vista nutrizionale, che ha davvero soddisfatto tutti i palati, anche i più esigenti.
Giovedì 29 febbraio sarà ospite un giovane che pratica orticoltura in montagna, con le difficoltà che ne conseguono, legate al clima e all’altitudine, parlerà della sua attività e delle sue produzioni: “Conoscere chi produce il nostro cibo è importante e ci rassicura sulla genuinità”.