EVENTI - 24 ottobre 2024, 08:34

A Varallo si presenta "La cappella di Cristo al tribunale di Erode"

Sabato 26 ottobre 2024 con gli autori Cecilia Castiglioni e Massimiliano Caldera.

A Varallo la presentazione del volume «La cappella di Cristo al tribunale di Erode».

A Varallo la presentazione del volume «La cappella di Cristo al tribunale di Erode».

Sabato 26 ottobre, alle 11, viene presentato a Varallo, alla Biblioteca Civica «Farinone-Centa» (Via Umberto I, 69), il volume «La cappella di Cristo al tribunale di Erode al Sacro Monte di Varallo. Studi e restauri intorno a Tanzio», per i tipi dell’editore Scalpendi, curato da Massimiliano Caldera e Cecilia Castiglioni. «Questa nuova pubblicazione - sottolinea la presentazione - celebra la conclusione del cantiere di restauro della cappella condotto dal Ministero della Cultura che ritorna così in forma diretta a finanziare i restauri del complesso dopo l'importante serie di lavori e recuperi condotti a cavallo fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del secolo scorso. Il volume analizza sotto molteplici sfaccettature la storia della cappella e la sua importanza per la cultura artistica piemontese e lombarda arricchendola con importanti novità su Tanzio e Giovanni d'Enrico, grazie anche agli approfondimenti sulla tecnica esecutiva, i materiali e l'organizzazione del cantiere emersi nel corso dei restauri».

La Cappella XXVIII, nella piazza civile del Sacro Monte, detta Piazza dei Tribunali, fu costruita tra il 1619 e il 1629 su progetto di Giovanni d’Enrico e Bartolomeo Ravelli per riprodurre il palazzo dove si svolse il giudizio di Cristo davanti a Erode. Il gruppo plastico è costituito da trentacinque statue che raccontano il fulcro della scena. Il racconto continua e si amplifica con le figure dipinte sulle pareti della grande sala del trono, in una integrazione di pittura e scultura che vede protagonista la famiglia d’Enrico con Giovanni, santuario ufficiale del Sacro Monte, ma anche i fratelli Tanzio, autore dei dipinti murali, attivo qui anche come plasticatore, e Melchiorre. Nel 1628 il vescovo Volpi, in visita pastorale al Monte, vide il sacello pressoché concluso insieme alle statue, ma i dipinti ancora in corso, probabilmente a causa dell'importante e contemporaneo impegno di Tanzio per la chiesa di San Gaudenzio a Novara.

La presentazione del volume si svolge con un dialogo condotto da Carla Falcone, storica dell’arte, già direttrice della Pinacoteca di Varallo, con i curatori del libro, autori anche di importanti saggi, Cecilia Castiglioni e Massimiliano Caldera; coordina Piera Mazzone, direttrice della Biblioteca Civica «Farinone-Centa».

Massimiliano Caldera, studioso e funzionario, storico dell’arte noto e apprezzato in Valsesia, lavora dal 2004 presso le Soprintendenze piemontesi, e ha curato per tre lustri la tutela del patrimonio artistico valsesiano, lavorando per la progettazione e l’alta sorveglianza di numerosi e importanti interventi e curando, insieme a Carla Falcone, alcune importanti fasi del riallestimento della Pinacoteca, continuato poi da Paola Angeleri. Al Sacro Monte ha seguito diversi cantieri, in un periodo molto fecondo grazie ai finanziamenti e alle scelte dell'Ente di Gestione del Sacro Monte di Varallo, in una felice e intensa collaborazione con la direttrice, Elena De Filippis: il restauro della cappella XXVII, di Cristo condotto per la prima volta davanti a Pilato, anch'essa con pitture e sculture dei fratelli Antonio, Giovanni e Melchiorre d'Enrico, dell'intero complesso gaudenziano di Betlemme, della cappella della Pietà, allestita analogamente da Gaudenzio Ferrari a cui fu poi aggiunto il gruppo plastico di Giovanni d'Enrico.

Cecilia Castiglioni ha lavorato per alcuni anni come funzionario di zona, architetto, nella zona del Cusio, seguendo anche il Sacro Monte di Orta, e dal 2019 cura l’area compresa tra i comuni di Rivoli, Rivalta, Grugliasco e della Val Sangone per la Soprintendenza di Torino. A Varallo ha seguito, in qualità di Responsabile unico del procedimento, il cantiere di restauro della cappella XXVIII del Sacro Monte.

L'importante cantiere di restauro della cappella di Cristo al tribunale di Erode, la cui scelta è stata suggerita da Elena De Filippis, direttrice dell'Ente di gestione dei Sacri Monti, fu individuato tra le cappelle del Sacro Monte già oggetto di preventiva opera di manutenzione e risanamento nell'ambito del piano di conservazione programmata del Sacro Monte condotto da più di vent'anni dall'Ente regionale che ha in cura il complesso.

«Grazie alle azioni di manutenzione programmata - continua la presentazione -, l’edificio, che ospita le statue e i dipinti murali, versava in ottimali condizioni di conservazione: tetto rifatto e costantemente monitorato, piccole lesioni statiche monitorate e poi oggetto di specifico intervento, isolamento perimetrale per il risanamento dall'umidità, ulteriori monitoraggi microclimatici, interventi di fissaggio di limitati sollevamenti della pellicola pittorica interna, interventi di consolidamento delle lesene lapidee di facciata. Questo felice stato di conservazione complessiva del contenitore e attento monitoraggio lo ha visto scegliere come candidato ideale per un restauro esemplare degli apparati decorativi interni e poi del paramento murario esterno curato e finanziato dal Ministero della Cultura. Questo importante cantiere, esemplare per il metodo di lavoro, che ha unito diagnostica, studio dei materiali e delle tecniche e restauro, riconsegnerà alla comunità e ai visitatori una delle cappelle più importanti del Sacro Monte la cui scena interna ha visto lavorare insieme, con una perfetta integrazione di pittura e scultura, sul modello gaudenziano, i tre fratelli d’Enrico».

Redazione c.s.

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