Ancora alta tensione in un carcere del Piemonte, ancora una situazione di pericolo vissuta nella Casa circondariale di Vercelli. Su quanto è avvenuto nella giornata di ieri, martedì, riferisce Vincete Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Ieri sera, un gruppo di detenuti del 3 “E” e del 4 “E” piano detentivo, durante la fase di chiusura, rifiutavano il rientro nelle celle, protestando per il malfunzionamento dei caloriferi e degli infissi malridotti. I detenuti facinorosi, principalmente stranieri, hanno iniziato una vera e propria protesta rumorosa con battitura dei blindi, incendi di coperte e lenzuola e rottura di plafoniere e telecamere, tavoli e sgabelli. A seguito dell’incendio e della rottura del sistema di illuminazione si innescava un corto circuito che causava un blackout. Altri detenuti hanno messo fuori uso tutte le telecamere e le plafoniere presenti in Sezione, mentre un poliziotto, intervenuto per tentare di stemperare la crescente tensione, veniva affrontato da uno dei ristretti che, con fare minaccioso, gli lanciava un secchio presumibilmente di acqua bollente addosso”. Il sindacalista denuncia che la situazione si è ulteriormente aggravata quando “altri ristretti hanno iniziato a far esplodere varie bombolette e con l’utilizzo di una branda a modi ariete iniziavano a sfondare il muro di cella, creandone un vero e proprio buco che permetteva ai detenuti fuori uscire”. Altri provocavano un incendio e questo è stato il prologo dell’intervento del personale del reparto che, con i supporti inviati dall’UST, iniziavano le operazioni di ripristino dell’ordine e della sicurezza, concluse verso le 23.00. Ancora una volta, solo grazie al personale di polizia penitenziaria di Vercelli e dopo ore di alta tensione, si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto”.
Sindacato Sappe