EVENTI - 14 dicembre 2024, 09:00

Lions Club Valsesia: Criptovalute e blockchain solo speculazione o vera rivoluzione?

Incontro con Paolo Luigi Burlone

Lions Club Valsesia: Criptovalute e blockchain solo speculazione o vera rivoluzione?

Lions Club Valsesia: Criptovalute e blockchain solo speculazione o vera rivoluzione?

L’argomento della serata lionistica: "Criptovalute e blockchain: solo speculazione o vera rivoluzione?", era molto interessante e di grande attualità, anche alla luce di un recente fatto di cronaca: un uomo di trentanove anni, James Howells, si prepara ad andare in tribunale contro il Comune di Newport come ultima speranza di riprendere possesso del suo hard disk contenente la password per accedere a 500 milioni in bitcoin. Era stato buttato nella spazzatura dalla sua ex fidanzata.

Il relatore, Paolo Luigi Burlone, dottore commercialista novarese, fondatore e membro di molte società tra professionisti e di consulenza aziendale e di start-up innovative, revisore di numerosi enti Locali, segretario della Fondazione: "Amici della Cattedrale di Novara” ed esperto di aspetti giuridici, fiscali e tecnologici legati al mondo delle criptovalute, lo ha presentato in modo semplice e diretto, lasciando spazio alle numerose domande.

Come è iniziato tutto? Il 31 ottobre 2008, qualcuno, con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha pubblicato un documento di nove pagine che descriveva un nuovo sistema di "denaro elettronico" chiamato bitcoin: “Era il sistema di trasmissione dati più efficiente in qualsiasi mezzo di comunicazione” ha affermato Burlone: “Il primo sistema decentralizzato ad affrontare il problema della fiducia senza intermediari”. Ciò che Bitcoin prometteva era un'alternativa al sistema finanziario esistente, e colpì un nervo scoperto, poiché c’era tantissima gente colpita della crisi finanziaria globale. Bitcoin è stato rilasciato come software open-source, chiunque può prendere il codice e crearne la propria versione, sebbene creare una nuova criptovaluta richieda competenze tecniche e non garantisca successo. Questo è il motivo per cui ci sono migliaia di diverse piattaforme di criptovalute che fanno cose diverse, tutto da versioni decentralizzate di sistemi operativi (Ethereum), servizi bancari digitalizzati (DeFi), reti di supply-chain. Originariamente la persona scaricava il software, ne eseguiva la propria versione, estraendo nuovi bitcoin da solo, diventando un banchiere personale. Oggi il modo più comune per comprare bitcoin è attraverso un borsino di criptovalute come Coinbase o Gemini, o un broker da smartphone come Robinhood, PayPal o WeBull, o attraverso un consulente finanziario.

Burlone ha spiegato l'idea di base: le criptovalute operano su reti di software, dove miriadi di computer eseguono copie separate dello stesso programma, i computer sono collegati, ma nessun computer controlla la rete, questo nel gergo di Bitcoin, è una rete decentralizzata, spiegata con una metafora: il problema dei generali bizantini, un problema informatico che consiste nel trovare un accordo comunicando tramite messaggi fra le diverse componenti del network, risolto utilizzando un algoritmo di consenso chiamato “Proof of Work”, mantenendo la sicurezza e l’integrità della rete. Diversi generali, durante un assedio, sono sul punto di attaccare una città nemica. Essi sono dislocati in diverse aree strategiche e possono comunicare solo mediante messaggeri al fine di coordinare l’attacco decisivo. Tra questi messaggeri però è altamente probabile, se non addirittura certo, che vi siano dei traditori. I traditori mandano messaggi che vanno contro la strategia dell’esercito. Questo problema risiede, dunque, nella facoltà di portare avanti l’attacco in modo efficace nonostante il rischio di tradimento. Il messaggio che può arrivare può essere nel migliore dei casi coordinato: attaccare o ritirarsi, oppure il messaggio non sarà coordinato, quindi arriveranno entrambi gli ordini: attaccare e ritirarsi. Il problema che affligge i generali bizantini è lo stesso che devono affrontare i sistemi di elaborazione distribuiti. Come raggiungere un consenso su una rete distribuita in cui alcuni nodi possono essere difettosi o volontariamente corrotti? Nel caso specifico di Bitcoin, il sistema è in grado di mantenere la sua affidabilità, anche nel caso in cui una minoranza dei componenti invii informazioni errate o dannose, per eludere la verifica della doppia spesa (double spending). 

Queste reti di computer hanno due funzioni principali: elaborare le transazioni e mantenere il database che registra e memorizza queste transazioni. In generale, le transazioni sono raggruppate in blocchi, che sono poi collegati in ordine cronologico in una lunga e ininterrotta catena. Questo è il motivo per cui il software è stato chiamato "blockchain" (catena di blocchi): “La blockchain è una tecnologia innovativa che consente di creare registri digitali sicuri, trasparenti e decentralizzati per qualsiasi tipo di transazione. Questa tecnologia trova applicazione in molti settori, dalla finanza alle supply chain, le attività che trasformano le materie prime in prodotti finiti per renderli disponibili ai clienti”. 

Le persone che eseguono questi programmi, con un grande dispendio in termini energetici, sono chiamati miners, minatori di bitcoin, perché quello che stanno facendo è come estrarre l'oro, hanno un incentivo, si tratta di una competizione con una ricompensa monetaria. I miners gareggiano uno contro l'altro per mettere insieme un blocco di transazioni. Il primo blocco ad essere riconosciuto dalla rete fa guadagnare al computer vincitore un lotto di bitcoin appena coniati. Questa competizione fa due cose: fornisce un incentivo per le persone a manutenere la rete, ed è il meccanismo attraverso il quale vengono creati nuovi bitcoin. 

Successivamente è stato approfondito il tema delle criptovalute, ovvero valute digitali che sfruttano la blockchain per garantire transazioni rapide, sicure e prive di intermediari. Le criptovalute sono legali in tutti gli Stati dell'Unione Europea e del trattato di Schengen, ma ci possono essere regolamentazioni diverse da Paese a Paese. Bitcoin è legale in Italia, ma deve rispettare certe leggi sulla tassazione, ad esempio, che possono differire da quelle tedesche o francesi. Al momento della vendita dei bitcoin le imposte devono essere pagate solo sulle plusvalenze. 

Il relatore ha ricordato come una parte del mondo, il cosiddetto “quarto mondo”, che raggruppa i paesi più poveri fra i paesi poveri, per esempio Etiopia, Ciad, Tanzania, Bangladesh, non abbia accesso al sistema bancario: “La tecnologia della blockchain, che ha applicazioni ben oltre le criptovalute, funziona, il problema è l’utilizzo: un martello può servire a costruire una casa, o a uccidere una persona”, ma l’accesso all’infrastruttura tecnologica (Internet, dispositivi, elettricità) è una barriera significativa per l’adozione della blockchain in queste regioni. 

La serata si è poi conclusa con un ricco dibattito: i soci Lions hanno sollevato domande critiche, in particolare sul rischio legato all'assenza di soggetti affidabili, come una banca centrale di un paese dalle finanze solide, che garantiscano il valore di queste valute, ma hanno apprezzato questa “apertura” offerta da un relatore serio e preparato.

Piera Mazzone

Piera Mazzone - Redazione

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