Un santo, Karol, pellegrino sulle orme di un altro santo, Carlo Borromeo, il vescovo di Milano che tanto aveva amato e contribuito ad edificare la Nuova Gerusalemme ideata dal beato Caimi, il 3 novembre 1984 venne in visita a Varallo e al Sacro Monte.
Per fare memoria di quella storica visita Papale l’Assessorato alla Cultura del Comune, in collaborazione con l’Ente di gestione dei Sacri Monti e il rettore della Basilica, sabato 21 dicembre, ha proposto una sacra rappresentazione sulla vita di Papa Giovanni Paolo II: straordinario uomo “venuto da lontano”, che all’inizio del pontificato invitava tutto il mondo ad “aprire le porte a Cristo” convinto che “solo Lui ha parole di vita eterna”. Al Sacro Monte il Papa, meditando sulla spiritualità di san Carlo Borromeo, invitò varallesi e valsesiani ad “essere, nel mondo, testimoni di Gesù redentore, morto e risorto per la salvezza dell’uomo: perché di questo mistero, qui, tutto ci parla con voce suggestiva e suadente”.
L’evento, come ha ricordato il Sindaco Pietro Bondetti nel suo intervento, è stato possibile grazie ad un finanziamento del Ministero del Turismo nell’ambito di un progetto per la valorizzazione del sito UNESCO dei Sacri Monti.
L’architetto Marco Torri, consigliere dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, ha messo a disposizione un filmato sulla venuta del Papa a Varallo, girato dagli operatori RAI, ritrovato in una audiocassetta conservata al Sacro Monte, che è stata riversata su un DVD. Nelle immagini si vedeva la grande folla che gremiva la piazza ai piedi della Collegiata, che seguì il Papa nella salita al Sacro Monte, si riconoscevano gli uomini di Chiesa che lo accolsero: l’indimenticabile prevosto Don Ercole Scolari, il Vescovo Aldo Del Monte, tutti i vescovi piemontesi e i membri del clero della diocesi di Novara e gli uomini politici: Oscar Luigi Scalfaro, Ministro dell’Interno, Aldo Viglione, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Gianfranco Astori, allora Sindaco di Varallo.
L’Opera in un atto: Giovanni Paolo II Patriarca del nuovo Millennio, scritta dal Maestro Adriano Bassi, musicologo, concertista di pianoforte, compositore e direttore d’orchestra, su libretto di Antonio Palumbo, con la regia di Beatrice Bassi, è stata rappresentata nella Basilica dell’Assunta, che sorge sulla piazza intitolata a San Giovanni Paolo II, grazie alla disponibilità del Rettore, don Angelo Porzio. Sullo sfondo della proiezione di una serie di immagini che ritraevano Karol Wojtyla in diversi momenti della sua vita, si armonizzava il canto di un baritono, Riccardo Barattia, accompagnato al pianoforte, con la recitazione di tre attori: Claudio Gay, Riccardo Falco, e il giovanissimo varallese Gabriele Pierin, interprete del Papa da bambino.
Le arie cantate dal baritono esprimevano il sentimento dell’anima che vorrebbe tornare a quella “terra silenziosa” dove tutto ebbe origine, in cui spera di trovare ricovero. Il piccolo Karol, sin dall’infanzia, avvertiva dei richiami misteriosi, che si fecero più pressanti durante la sua vita. Karol fu operaio in miniera e poi presso l’industria chimica Solvay, esperienze che gli servirono per testimoniare come i diritti dei lavoratori siano diritti fondanti della realtà dell’uomo.
Alla fine del conflitto mondiale le doti intellettuali e morali di Wojtyla si fecero manifeste: fu nominato arcivescovo di Cracovia e inviato a Roma come Professore di teologia morale ed etica. Il conclave lo elesse successore di Pietro: “La cattedra di Pietro è un peso troppo grande: aiutami Signore a portarlo degnamente”. Il tragico attentato in Piazza San Pietro fu considerato come un’ennesima prova che il Pontefice superò, grazie all’aiuto della Vergine: “Il tuo amore di madre è così grande, mi dà forza, intelletto e coraggio”. L’Opera si chiude con Karol bambino che risponde all’appello del Padre: un invito alla riflessione e all’accettare di farsi strumento al servizio degli uomini e di Dio.
Dopo gli applausi sono stati fatti i ringraziamenti ai protagonisti, al pubblico, al tecnico audio-luci Luigi Gabriele Smiraglia dell’Associazione culturale Fiorile e Messidoro, a Roberto Multone, professore di falegnameria presso la Scuola Barolo, che ha prestato i giocattoli in legno, utilizzati da Karol da piccolo, alla Ditta Serazzio che ha messo a disposizione il pianoforte e alla società Monterosa 2000 per l’estensione dell’orario di apertura della funivia per permettere il rientro di coloro che erano saliti per lo spettacolo.
Piera Mazzone