Prato Sesia-Romagnano - 24 gennaio 2025, 09:39

I 90 anni di Mirella Morre di Prato Sesia

I ricordi

Mirella Morre nel giorno del suo 90esimo compleanno

Mirella Morre nel giorno del suo 90esimo compleanno

Mirella Morre è nata il 21 gennaio del 1935: in quell’anno Mussolini decise di occupare l'Etiopia, provocando l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò i franchisti nella Guerra civile spagnola e si avvicinò alla Germania. Sono trascorsi novant’anni e Mirella mi accoglie nella sua grande e bella casa a Prato Sesia: forse mi aspettava, e io sapevo che non potevo mancare. Mirella ha una casa piena di ricordi, ma non vive di questi, né ha velato gli specchi. Va giustamente fiera della pubblicazione dei suoi cinque libri di “cucina orgogliosamente piemontese” - Amor di cucina, cucina d'amore. Rapsodia di remote, autentiche ricette piemontesi e Mirelliane, 2008, CucinAmata. Rapsodia di remote, autentiche ricette piemontesi e mirelliane, 2009, Cucina dolce, 2011, Gastromirellanomia, 2011, Conserve, 2013 - ma soprattutto di aver costruito e saputo mantenere nel tempo una intensa vita di relazioni familiari e di amicizie autentiche. La sorella Carla e il fratello Edgardo sono stati i primi a far trillare il telefono al mattino presto. Il figlio Adriano, con la moglie Tea e la figlia Sonia, le hanno preparato una cena speciale, servita nell’intima saletta da pranzo, dominata dal prezioso Armadio delle Conserve. La tavola era apparecchiata elegantemente: candida tovaglia di lino, piatti e bicchieri del “servizio bello”, quello antico della nonna, posate d’argento, ma soprattutto al centro c’era Lei, la festeggiata, felice e serena, nonostante gli acciacchi dell’età, con gli occhi lucidi ed un pensiero a coloro che a quella tavola erano invisibili: la mamma Cecilia, il marito Emidio e, immancabile, il suo mèntore: Don Antonio Guarneri. Mirella racconta il giorno in cui compì sei anni: non frequentava ancora la scuola, per fortuna avrebbe goduto la fanciullezza di quell’ultima estate. Il primo ottobre si sarebbe seduta nel banco, educata ed ordinata: valori morali che l’hanno contraddistinta per tutta la vita, manifestati in ogni situazione. Quel freddo mattino di gennaio del 1941, in un’Italia in guerra, la madrina le fece un regalo importante, una banana: tutta per lei. Era la prima che avrebbe assaggiato, erano i frutti della "rinascita dell'impero sui colli fatali di Roma". La mamma gliela ripose con cura nel cestino dell’asilo: sarebbe stata la sua merenda, mentre il pranzo era costituito dalla “gustosissima minestra cucinata da Suor Angela”. Mirella è pronta per uscire, controlla il suo tesoro e si accorge che c’era rimasta solo la buccia e un misero pezzettino di polpa. Il colpevole era stato il fratello Edgardo: non aveva proprio saputo resistere a quella tentazione. Amare lacrime condirono il solito mezzo panino con burro e zucchero, masticato lentamente nel pomeriggio. La sera però la Mamma era riuscita a mettere insieme un po’ di farina, zucchero, due uova, e aveva impastato e cotto una crostata, arricchendola con la marmellata fatta in casa (lo zucchero era prezioso, quindi veniva centellinato: “A volte affiorava anche qualche muffa sulla superficie del vasetto, ma con un gesto leggero la mamma la faceva scomparire e nulla andava sprecato”). La vera sorpresa però era stata una piccola crostatina, cotta in una pentolina a parte, anch’essa regalo della madrina a Natale: tutta per lei. Mentre Mirella parlava era tornata quella bambina di tanti anni fa, e si illuminava di un grande sorriso: il regalo l’ha fatto lei a me, condividendo un pezzo della sua vita, in una Serravalle ormai lontana, ma sempre teneramente amata. Auguri Mirella e indossa ancora il “vestito color del cielo” per condurmi nel Paese del Cuore. 

Piera Mazzone

Redazione

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