Il nucleo di Protezione civile dell'Associazione nazionale Carabinieri di Vercelli festeggia 25 anni e traccia un bilancio delle attività che, in quest'arco di tempo, hanno portato i volontari a misurarsi nelle emergenze e nel servizio alle collettività
La sezione di Vercelli raccoglie circa 200 iscritti che prendono parte attivamente alle iniziative, sia per quello che riguarda gli aspetti legati all’associazionismo, culturali o ricreative, ma soprattutto rivolte a un impegno costante al servizio del prossimo con un nucleo di volontariato attivo nel sociale.
L’alluvione del 1994, che ha duramente colpito lil Piemonte, ha contribuito a porre all’attenzione generale il tema della Protezione Civile, facendo emergere una nuova coscienza collettiva sempre più propensa a destinare risorse ed interventi verso le misure di prevenzione. Fu così che nella seconda metà degli anni ’90 si cominciò a parlare, all’interno delle Sezioni dell’Arma in congedo, della possibilità di istituire, nell’ambito delle iniziative di volontariato che già esistevano, dei Nuclei di Protezione Civile.
A Vercelli, negli anni 1996 e 1997, un piccolo gruppo di entusiasti colse immediatamente la sfida anche se gli inizi non furono certo incoraggianti. Non c’erano mezzi, né uniformi, e le competenze erano quelle che i volontari si portavamo dietro dal servizio svolto nell’Arma, competenze validissime certamente, ma forzatamente troppo settoriali. Caparbiamente e con impegno, insieme agli altri gruppi che via via si affacciavano sullo scenario della Protezione Civile, cresceva l’impegno dei volontari, seguendo corsi e svolgendo esercitazioni, ricorrendo all’autofinanziamento e al contributo di privati e aziende per munirsi di uniformi, un minimo di attrezzature e delle prime radio portatili.
Inizi duri quindi, ma esaltanti, che hanno visto i volontari del Nucleo A.N.C. di Vercelli, operando con modestia e abnegazione, crescere e acquisire professionalità e conoscenze tecniche lavorando con impegno sul campo gomito a gomito con le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, gli operatori sanitari del 118, gli Alpini dell’A.N.A., il Corpo Forestale dello Stato, gli specialisti del Soccorso Alpino e delle squadre antincendio boschive e dei tanti altri soggetti che operano nel campo della sicurezza e del soccorso.
Negli anni molto è cambiato, l’Associazione Nazionale Carabinieri ha ufficializzato l’esistenza dei Nuclei, sono ormai poco meno di 170, assumendone il coordinamento nel sistema di Protezione Civile Nazionale. A livello locale il Nucleo di Vercelli è entrato a pieno titolo nel Coordinamento Provinciale dei gruppi di volontariato e chiamato a fare parte della Colonna Mobile Regionale del Piemonte, che, con la sua potenzialità di uomini e mezzi, è una delle più efficienti e meglio organizzate, fiore all’occhiello del sistema di Protezione Civile Nazionale con i suoi quindicimila volontari specializzati nei vari settori di intervento.
Notevole è stata l’attività svolta dai volontari del Nucleo di Vercelli in questi anni: vale la pena di ricordare l’intervento in occasione degli eventi alluvionali del 2000, a Trino, data che segna l'inizio ufficiale delle attività del Nucleo. Nel 2002 l’impiego per tutta la durata dei Campionati del Mondo di Canoa in Alta Valsesia, nel 2005 a Roma in occasione delle esequie del Santo Padre Giovanni Paolo II. E ancora la presenza alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 poi le grandi mobilitazioni in occasione del terremoto in Abruzzo del 2009, dell’Alluvione in Veneto nel 2010, delle campagne anti incendi boschivi in Puglia nel triennio 2009-2011 e delle emergenze idrogeologiche in Piemonte e Liguria che purtroppo si sono ripetute negli anni. Un impegno notevole che è continuato anche con l’emergenza neve in Umbria e in occasione del terremoto in Emilia nel 2012 con gli interventi dei volontari per l’assistenza alle popolazioni nelle zone del centro Italia colpite dal sisma ad Accumoli, uno dei centri più colpiti dalle scosse del 24 agosto, e a Savelli di Norcia, presso il campo di accoglienza allestito dalla Regione, fino all'emergenza idrogeologica dell'ottobre 2020 che ha messo in ginocchio il vercellese .
Un discorso a parte merita la mobilitazione per fronteggiare la pandemia Covid 19 che ha visto fin dal suo drammatico inizio in prima linea i volontari dell'A.N.C. impegnati nella distribuzione di mascherine, tamponi, generi di conforto e di sostegno a strutture assistenziali e fasce deboli della società e una puntuale presenza nei centri vaccinali con un impegno valutabile in termini di migliaia di ore/uomo. Ultima mobilitazione del Nucleo in ordine di tempo in sostegno delle popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dall'alluvione e l'intervento a Bardonecchia interessata da una importante "colata di fango". A tutto ciò bisogna aggiungere le numerose “microemergenze” a livello locale (monitoraggio corsi d’acqua, situazioni di ingorgo sulle autostrade, manifestazioni con grande afflusso di pubblico ecc.)
Attualmente il Nucleo di Protezione Civile dell’A.N.C. di Vercelli può contare su una quarantina tra volontarie e volontari, la gran parte ormai “veterani”; In caso di emergenza viene attivata una efficiente catena di allertamento che è in grado di mettere in campo una squadra di pronto intervento composta da 4 – 6 specialisti nelle prime 2 – 4 ore dall’allarme. La forza completa è disponibile nelle 12 – 24 ore dall’evento.
Nell’ambito della Colonna Mobile il Nucleo ha in dotazione una Fiat “Panda 4 X 4”, due fuori strada pick-up e un furgone promiscuo “Fiat Scudo” che vengono utilizzati, oltre che per gli spostamenti dei volontari, anche per compiti di scorta tecnica e ricognizione e sono omologati per interventi antincendio e per il trasporto urgente di organi.
Recentemente tre volontari hanno conseguito l’abilitazione di "Pilota S.A.P.R." (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), per l’utilizzo di droni professionali, e il Nucleo si è dotato di due di queste sofisticate macchine volanti munite di telecamera ad alta definizione, di un sistema di geolocalizzazione in grado di produrre cartografie digitali in 3 dimensioni e predisposte per ospitare una termo-camera ad infrarossi utilissima per la ricerca di persone sotto le macerie, di notte o nei boschi e per effettuare ricognizioni dall’alto in luoghi difficilmente raggiungibili o in situazioni di rischio per l’operatore.
Questa la sintesi di una bella storia che dura da venticinque anni, di un percorso difficile di crescita basato su impegno, disponibilità e altruismo di questi Volontari, non eroi ma donne ed uomini assolutamente normali, che, come molti altri, hanno scelto di fare dono del proprio tempo e delle loro competenze, arricchite del valore aggiunto di grande senso del dovere, di spirito di servizio e vicinanza solidale, sentimenti che da due secoli sono indissolubilmente legati alla figura del Carabiniere; volontari che si prodigano in maniera totalmente disinteressata a beneficio dell’intera collettività meritandosi il plauso delle istituzioni e, quello che è davvero importante: il «grazie» della gente.